giovedì 29 ottobre 2009

DALLA CAMERA IL PRIMO SÌ AL «GIORNO DELLA MEMORIA DEI CADUTI IN MISSIONI INTERNAZIONALI»

da Ragionpolitica.it del 29 ottobre 2009

Martedì è arrivato dalla Camera dei Deputati il primo sì al progetto di legge che istituisce il «Giorno della memoria delle vittime di Nassiriya e di tutti i militari e civili italiani caduti in missioni internazionali». I voti favorevoli sono stati 492, 22 gli astenuti. Il testo votato a Montecitorio fissa quale data per la celebrazione del ricordo il 12 novembre, anniversario della strage di Nassiriya del 2003, nella quale, in seguito all'attentato suicida condotto dai terroristi islamici, persero la vita dodici carabinieri e cinque soldati dell'esercito impegnati nell'Operazione «Antica Babilonia», oltre che due civili di una troupe sul posto per girare un documentario. La legge prevede che, in occasione della ricorrenza, «le amministrazioni pubbliche possono organizzare cerimonie commemorative e celebrative e possono favorire, in particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, la promozione e l'organizzazione di studi, di convegni e di momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione su quanto accaduto e sul valore del sacrificio dei caduti nelle missioni internazionali per la pace».


Quella assunta dalla Camera è una decisione che riveste due importanti significati: il primo è quello che riguarda il dovere della memoria, del necessario ricordo di tutti coloro che, impegnati nelle missioni internazioni di peace-keeping, sono morti sotto i colpi del terrorismo: giovani che hanno servito la nazione fino all'estremo sacrificio della vita; soldati che, oltre ad una elevata professionalità ormai riconosciuta dai maggiori partner internazionali dell'Italia, possedevano un altrettanto elevato senso di umanità che consentiva loro di essere visti dalle popolazioni locali non come nemici e invasori, ma come amici e liberatori. Un dato, quest'ultimo, che ci deve ancora oggi far tenere bene in mente la carica di odio e di disprezzo totale della vita che è insita nel fondamentalismo islamico, in qualsiasi Stato e a qualunque latitudine esso tenti di portare a compimento i suoi disegni di distruzione della civiltà. «Distruggere per distruggere - osservava Gianni Baget Bozzo nel settembre 2003 - è la tecnica politica del nichilismo, e il terrorismo islamico lo manifesta con grande chiarezza».


Il secondo significato insito nel testo approvato a Montecitorio è quello culturale ed educativo: sollecitare l'organizzazione di momenti di studio e approfondimento nelle scuole vuol dire favorire l'affermazione di un rinnovato sentimento di appartenenza alla patria, con tutto ciò che esso comporta in termini di conoscenza della nostra identità, della nostra storia, dei valori che stanno alla base della nostra civiltà. Che ciò avvenga proprio attraverso un Giorno del ricordo dei nostri militari caduti nelle missioni internazionali può rappresentare un punto di svolta dopo i lunghi decenni della demonizzazione della figura del soldato, punta dell'iceberg di una più vasta operazione di delegittimazione del concetto stesso di patria e di contestuale esaltazione di un pacifismo «politicamente corretto» che di certo non ha contribuito a far crescere nei giovani l'amore per la nazione e l'orgoglio dell'essere italiani.


Da questo punto di vista, non è casuale che l'iniziativa legislativa per istituire il Giorno della memoria provenga dalla coalizione di centrodestra e dal governo Berlusconi, ossia da chi, in questi ultimi anni, in particolar modo a partire dall'11 settembre 2001, ha fatto della difesa della civiltà occidentale e della promozione dei valori di libertà e democrazia il cardine della sua politica estera. Una politica dell'impegno al fianco dell'Occidente, contrapposta a quella del disimpegno praticata dai governi della sinistra, in particolare dal governo Prodi. Che la cultura dell'identità italiana e dell'appartenenza alla civiltà occidentale si possa oggi diffondere, anche grazie al Giorno della memoria, nelle scuole della Penisola è un altro contributo importante che il centrodestra dà alla nascita di un nuovo sentimento nazionale, più che mai necessario in tempi difficili come quelli che stiamo attraversando.

Gianteo Bordero

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