martedì 29 marzo 2005

Perché non si possono accettare lezioni morali dagli eredi del Partito Comunista italiano
Gianteo Bordero
Intervento tenuto durante il Consiglio Comunale del 29 marzo 2005
Mi ero illuso, seguendo il congresso dei Democratici di Sinistra e ascoltando le dichiarazioni del segretario del partito che qui a Sestri Levante è partito di maggioranza, che finalmente qualcosa nella coscienza degli eredi del Partito Comunista italiano fosse cambiato. E avevo accolto anche con soddisfazione le affermazioni del Sindaco di Roma Veltroni, diessino anche egli, che ha dichiarato di recente che le foibe sono un episodio riconducibile a quello che, nella storia, viene definito “male assoluto”. Avevo anche apprezzato quanto affermato da vari esponenti della Margherita, tra cui Francesco Rutelli, che su questi argomenti ha espresso delle dichiarazioni che lasciavano ben sperare.
Poi stasera mi ritrovo qui, in Consiglio Comunale, con davanti una mozione, un ordine del giorno e con davanti degli interventi che cancellano di colpo tutte le speranze, le buone speranze, le speranze in buona fede che gli interventi dei responsabili dei partiti della sinistra avevano suscitato in me. Dispiace soprattutto dover constatare che gli esponenti del partito di maggioranza di Sestri Levante non vogliano seguire quello che sempre più numerosi loro dirigenti, finalmente, dopo 50 anni, riconoscono. Iniziò coraggiosamente un cantautore che non è certo riconducibile all’area politica di centro-destra, Francesco De Gregori, che in una bellissima canzone intitolata “Il cuoco di Salò” diede seguito a un discorso non solo di pacificazione, ma di riconoscimento della verità. A dire che in Italia, tra il 1943 e il 1945, ci fu una guerra civile, ormai non sono più soltanto gli storici di destra; sono sempre più numerosi - anche qui, coraggiosi viene da dire - storici appartenenti all’area della sinistra: citiamo, uno per tutti, Gianni Oliva, amministratore diessino, che sta scrivendo dei libri coraggiosissimi sulla recente storia d’Italia; Giampaolo Pansa l’ho già citato altre volte, ma mi pare che non abbia trovato grande gradimento, neanche tra gli stessi esponenti del suo stesso partito, quindi eviterò di citarlo.
Vedete, cari colleghi, noi di Forza Italia, noi che apparteniamo a un partito che ha nel suo Dna l’antifascismo e l’anticomunismo, siamo veramente le ultime persone - il collega Stagni per esperienza personale e io per storia familiare - a cui esponenti di partiti che nel loro Dna hanno avuto il nome e l’etichetta di comunisti possono rivolgere le loro lezioni di storia e di morale politica.
Recentemente, come sapete, sta venendo alla luce il piano con cui, tra il 1975 e il 1983, l’Unione Sovietica, l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, sostenuta dall’allora segretario del Partito Comunista italiano, Enrico Berlinguer, era pronta a invadere l’Europa e a invadere l’Italia.
Quindi, cari colleghi, queste non sono solo storie che riguardano il periodo tra il 1943 e il 1945: sono storie che riguardano la nostra storia più recente e riguardano, non possiamo non rilevarlo, anche la storia attuale. Solo per citare 3 Paesi, 3 nazioni importanti, citerò la Corea del Nord, la Cina e Cuba: sono Paesi in cui ancora oggi governa ed è al potere un regime comunista; Paesi in cui sono negati i diritti civili, Paesi in cui sono negate le libertà, in cui il dissenso di pensiero e religione viene pagato con il carcere, quando non con la condanna a morte, quando non, ancora peggio, con la barbara esecuzione;
Sempre storici di sinistra hanno scritto il famoso “libro nero del comunismo”, dove sono stati enumerati 120 milioni di vittime del comunismo. Non credo che di fronte a queste realtà ci sia da ridere, come stanno facendo in questo momento i colleghi dei Democratici di Sinistra. Come già diceva il collega capogruppo Stagni, non è pensabile che si consideri la storia d’Italia e anche la storia tra gli anni 1943 e 1945, una storia a senso unico: spesso coloro che pagarono da una parte e dall’altra, coloro che furono massacrati o dai fascisti o dai comunisti, erano persone che semplicemente, com’è documentato dagli storici - potete continuare a negare, ma è documentato – erano persone che avevano un solo ideale che era un’idea di libertà, di benessere e di un reale amore alla patria e non a qualche ideologia che ha seminato soltanto morte e distruzione nella storia.
Per andare all’attualità, il caso della raccolta delle firme che è stata fatta da esponenti dei partiti della sinistra per la lista della Signora Mussolini, nipote del Duce, è un caso emblematicissimo. Ma c’è un altro caso emblematico. Ho sentito scagliarsi stasera con veemenza, giustamente e doverosamente, contro il nazifascismo. Siamo tutti d’accordo: sono stati un male assoluto della storia sia il nazismo che il fascismo. Però poi mi sorprende che anche in nostre discussioni recenti o di un anno fa, si siano sentite parole, anche in questo Consiglio Comunale, condiscendenti con quello che è stato uno degli ultimi regimi nazisti che abbiamo conosciuto in questi anni, che era regime di Saddam Hussein; un regime che è stato abbattuto, un regime nazista che è stato abbattuto dall’intervento delle forze angloamericane e oggi, di questo, possiamo e dobbiamo essere lieti.
Per questi motivi, cari colleghi, noi non accettiamo lezioni morali e lezioni di storia da nessuno, noi non accettiamo lezioni né di libertà né di democrazia dalle persone e dai partiti che nella storia d’ Italia sono gli ultimi, veramente gli ultimi, a poter dare a chiunque nel nostro Paese lezioni di libertà e lezioni di democrazia.
Quindi, chiaramente, non è accettabile l’ordine del giorno che è stato presentato; non è accettabile anche per gli interventi sentiti; non è accettabile per gli atteggiamenti di irrisione che esponenti dell’ex Partito Comunista hanno avuto questa stasera durante il mio intervento. Del resto, il nostro Paese il comunismo l’ha sempre rifiutato: l’ha rifiutato nelle elezioni del ‘48 e del ‘53, l’ha rifiutato nelle elezioni del 1994, l’ha rifiutato nelle elezioni del 2001 e lo rifiuterà - perché la gente ricorda, il popolo ricorda - anche nelle elezioni del 2006
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domenica 27 marzo 2005

La Pasqua, il passaggio oltre il confine
di Gianteo Bordero - 26 marzo 2005
«Con la Pasqua Dio non è entrato nella nostra vita abituale, ma tra i suoi confini ha aperto un passaggio su un nuovo spazio posto al di là della morte». Sono parole del cardinale Joseph Ratzinger, tratte da una sua meditazione sul simbolismo pasquale. Nella Settimana Santa e nel triduo pasquale la liturgia della Chiesa ripropone ai credenti ed al mondo intero l'ineffabile mistero che dà forma e sostanza al Cristianesimo, come pure la sfida ultima che esso rappresenta per ogni uomo. La passione, morte e risurrezione di Gesù, infatti, vanno a toccare quegli aspetti più umanamente ponderosi e apparentemente contraddittori dell'esistenza...CONTINUA...
Il dossier Mitrokhin: un caso politico
di Gianteo Bordero - 19 marzo 2005
A chi oggi fosse convinto che l'anticomunismo è una posizione politica e culturale un po' retrò, una questione da consegnare alla presunta asetticità degli storici e così sia, sarebbe bastato assistere all'incontro organizzato dal coordinamento spezzino di Forza Italia lo scorso lunedì sul «caso» Mitrokhin per capire che esistono ancora dei buoni motivi che dell'anticomunismo testimoniano tutto il valore e l'attualità. In una città tradizionalmente «rossa» come La Spezia, più di duecento persone sono andate ad ascoltare - e a tempestare letteralmente di domande - il senatore azzurro Paolo Guzzanti, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul dossier Mitrokhin e vicedirettore de Il Giornale. Guzzanti, in tre ore di animato dibattito...CONTINUA...

domenica 13 marzo 2005

Don Giussani, suor Lucia e il papato di Giovanni Paolo II
di Gianteo Bordero - 12 marzo 2005
Riflettendo sulle vicende che hanno segnato in quest'ultimo mese la vita della Chiesa Cattolica, con la morte di suor Lucia di Fatima e di don Giussani, e con la malattia di Giovanni Paolo II, vengono alla mente alcune parole di Adrienne Von Speyr: «Il mistero del Signore è posto nel fatto che intelletto e carità, dottrina e vita in lui raggiungono l'unità». Che cosa accomuna tre figure così importanti per la storia contemporanea della Chiesa, se non appunto l'aver mostrato agli uomini del nostro tempo la dimensione originaria ed «essenziale» del Cristianesimo, l'aver incarnato nella propria esistenza quell'unità di dottrina e vita...CONTINUA...
I giovani scoprono la voglia di politica
di Gianteo Bordero
pubblicato su "Il Giornale - edizione Liguria" il 9 marzo 2005
Qual è oggi il rapporto dei giovani con la politica? E che cosa significa, per un giovane, impegnarsi direttamente nell’agone politico e farlo all’interno della Casa delle Libertà? Sono le domande a cui hanno tentato di rispondere, lunedì 7 marzo, quattro rappresentanti dei partiti della Cdl in un dibattito organizzato dal Circolo di Genova Levante presso il “Caffè del Vescovo” di via XII ottobre. "L’incontro – ci spiega Gabriele Cazzulini, moderatore della serata – è nato dall’esigenza di mettere attorno a un tavolo i giovani della Casa della Libertà e di far emergere quelli che sono i valori, le prospettive politiche, gli ideali che accomunano i quattro partiti dell’alleanza". Protagonisti del dibattito sono stati Igor D’Onofrio (Alleanza Nazionale), consigliere della Circoscrizione medio-Levante; Edoardo Rixi, combattivo consigliere comunale genovese della Lega Nord; Alessandro Gianmoena, responsabile nazionale della Formazione Giovani di Forza Italia e direttore del settimanale on-line Ragionpolitica.it; e infine Massimiliano Tovo, vice-segretario nazionale dei giovani Udc. Tutti i relatori hanno sottolineato l’importanza di un momento comune in cui interrogarsi sulle ragioni del proprio impegno. Ragioni diverse per ciascuno, ma accomunate da una sana "voglia di politica", intesa nel suo senso più alto, come servizio (Tovo), vicinanza alla gente (Rixi) e impegno per il bene comune (Gianmoena). I giovani della Cdl si sentono lontani dalle degenerazioni che la vita partitica aveva assunto qualche lustro fa, sul finire degli anni ’80 e fino ai primi anni ’90, quando il sistema della prima repubblica collassò su se stesso e sotto i colpi inferti dall’assalto giudiziario di Mani Pulite. Ciascuno dei giovani rappresentanti della Casa delle Libertà, nel suo intervento, ha motivato la scelta di "scendere in campo" proprio con la voglia di novità, col desiderio di rappresentare la generazione che ha vissuto la sua gioventù a cavallo della caduta del muro di Berlino, la fine delle ideologie totalitarie novecentesche e la fine del vecchio sistema dei partiti. Ma – come ha sottolineato Igor D’Onofrio – ciò non significa che si debba rinunciare allo strumento dei partiti come mezzo di formazione e di impegno politico. "I partiti stessi – ha sostenuto l’esponente di An – sono stati costretti a rinnovarsi, ad abbandonare il vecchio modello e a ripensare il loro ruolo e la loro funzione. Alleanza Nazionale è un esempio di questo rinnovamento". Ma che cos’è che tiene assieme realtà e identità diverse dentro la Casa delle Libertà? Quali sono i valori che garantiscono una comune visione di fondo che diventi poi criterio di azione politica? Per Edoardo Rixi "quello che ci deve accomunare, nella Cdl, è la difesa dei valori che costituiscono e caratterizzano la nostra civiltà. Dobbiamo tornare a pensare – prosegue l’esponente leghista – che il nostro compito è anche un compito culturale, di salvaguardia delle nostre radici, dei valori dell’Occidente in un momento in cui questi valori sono da molti, soprattutto a sinistra, combattuti e avversati". A Rixi fa eco Massimiliano Tovo dell’Udc: "L’Occidente sta vivendo una grande crisi di depersonificazione. Oriana Fallaci ha denunciato un problema reale, il pericolo – per la nostra civiltà – di smarrire la sua identità. Anche l’Europa dovrebbe riflettere maggiormente su questo aspetto". Per Alessandro Gianmoena, che cura la formazione dei giovani di Forza Italia, un’altra motivazione ideale che accomuna le varie componenti della Casa delle Libertà è l’anticomunismo. Un valore attuale anche oggi. Spiega Gianmoena: "I Ds, fulcro della coalizione di centrosinistra, discendono direttamente, anche come classe dirigente, dal vecchio Pci. Hanno cambiato vari nomi, ma la sostanza è sempre quella; dopo la caduta del muro di Berlino agli eredi del comunismo non è rimasto, non rimane altro che la gestione del potere per il potere. Da qui la loro idea di uno Stato invasivo, prevalente, controllore. A questa idea del potere per il potere – prosegue il rappresentante di Forza Italia – noi dobbiamo opporre la nostra visione che si fonda sulla libertà e sulla responsabilità individuale come fondamento di una società sana, giusta, ordinata". Si scende poi sul livello locale, sulla politica genovese e ligure e sulla scadenza elettorale dei prossimi 3-4 aprile. Il giudizio negativo dei giovani della Cdl sull’amministrazione Pericu è netto. Rixi ricorda, ad esempio, quanto accaduto con l’abbondante nevicata dei giorni scorsi, quando "per motivi sindacali i dipendenti del Comune non sono andati a spalare la neve". Ma è necessario, secondo l’esponente leghista, che il centrodestra genovese recuperi la sua capacità di iniziativa politica, la sua capacità di "scandalizzarsi" per le "malefatte" della giunta Pericu, dalla moschea di Cornigliano alla gestione delle case popolari. Conclude Gianmoena, facendo riferimento alle prossime elezioni regionali: "Il nostro sostegno al presidente Biasotti è totale. Biasotti ha fatto letteralmente rinascere la nostra Regione, l’ha tolta dallo stato di decadenza in cui l’aveva lasciata la sinistra. Sandro Biasotti esprime con la sua politica quell’ottimismo della ragione e della volontà che è il contrario del pessimismo e del pensiero negativo di cui è portatrice la sinistra. Burlando riporterebbe la Liguria indietro di vent’anni. Forza Italia e i suoi giovani sostengono Biasotti per sostenere il futuro".

lunedì 7 marzo 2005

Si scrive "Unione", si legge "Fronte Antiberlusconiano"
di Gianteo Bordero - 4 marzo 2005
Uno dei motivi che hanno fatto saltare l'annunciato accordo tra i Radicali e l'Unione è stata la mancata esplicita professione, da parte di Marco Pannella, di antiberlusconismo. L'aveva chiesta con insistenza, questa professione, Armando Cossutta, e Piero Fassino aveva ribadito la necessità, per la realizzazione dell'accordo, che vi fosse alla sua base una precisa scelta politica e strategica di schieramento. Emerge anche da episodi come questo quello che nel 2006, e per tutto il tempo che ci separa da esso, sarà il leitmotiv della campagna elettorale dell'Unione, il suo stesso motivo di sussistenza di là da ogni differenza delle sue componenti...CONTINUA...