venerdì 17 giugno 2005

Referendum
Le bugie hanno il quorum corto
di Gianteo Bordero - 17 giugno 2005
Le bugie hanno le gambe corte. Nel caso dei referendum sulla procreazione assistita, le hanno avute talmente corte da non raggiungere neanche il 26% degli elettori, poco più della metà dei voti che sarebbero serviti per raggiungere il tanto sospirato quorum. Perché parliamo di bugie? Perché - salvo qualche rara eccezione - i promotori dei referendum hanno impostato la loro campagna su slogan e dogmi fasulli, tanto che ci è venuto il dubbio, leggendo certi editoriali abrogazionisti...CONTINUA...
Gli eroi della resistenza
cancellati dai comunisti
di Gianteo Bordero
"Il Giornale" ed. Liguria del 15 giugno 2005
“La Resistenza cancellata”, ovvero tutte quelle cose che la storiografia ufficiale non dice a proposito di protagonisti della resistenza che ebbero il solo “torto” di non schierarsi sotto le bandiere rosse del Partito Comunista italiano. A questa “resistenza cancellata” ha dedicato un pregevole libro (pubblicato da Ares nel 2003) lo storico e giornalista Rai Ugo Finetti, ospite sabato sera dei Bagni Liguria di Sestri Levante, per una conferenza organizzata dal centro culturale “Umana Avventura”. Finetti parte dalla constatazione che, a differenza della vulgata che va per la maggiore, tendente ancora oggi a semplificare gli avvenimenti storici in nome dei residui dell’ideologia, la resistenza è stata un fenomeno complesso. Di conseguenza, non è possibile formulare un giudizio storico lucido se non si tiene conto di tutti i fattori in gioco che, tra il 1943 e il 1945, cooperarono alla lotta contro il nazismo ed il fascismo.
Per sessant’anni – dice Finetti - vuoi per meriti propri, vuoi per demeriti altrui, sui libri di scuola, nelle università, tra le pagine dei maggiori giornali italiani l’unica lettura storica legittimata a parlare e a porsi come autorevole è stata quella legata al PCI. Anche una certa letteratura “revisionista” – spiega facendo riferimento ai libri di Pansa – ha raccolto spunti e ricerche già presenti da lustri, censurati dalla cultura “mandarina” e sopravvissuti, come in una specie di samizdat, grazie a piccole case editrici non conformiste.
Entrando nel merito della ricerca condotta da Finetti, scopriamo tutta una serie di nomi e di storie finite nel dimenticatoio, ma non per questo meno eroiche di quelle dei partigiani “rossi”. Troviamo la storia di Alfredo Pizzoni e Raffaele Cadorna. Il primo, liberale, lasciò la sua brillante carriera di finanziere e divenne leader del CLN dell’Alta Italia, rianimando la resistenza nel difficile inverno del ’44. Il secondo, generale dell’esercito italiano agli ordini del Duce, se ne distaccò e, portando con sé molti dei suoi sottoposti, contribuì alla costituzione dei “Volontari della Libertà”. L’8 settembre del ’43, a Roma, affrontò per primo i nazisti, e fino al ’45 fu una delle figure più importanti nell’organizzare strategicamente la resistenza.
Pizzoni e Cadorna sono solo due dei tanti nomi “cancellati”. Tra loro, anche quello del Capitano Montezemolo, che guidò la resistenza clandestina a Roma e fu poi catturato dai nazisti e fucilato alle Fosse Ardeatine. E poi Edgardo Sogno, una delle massime figure della resistenza “liberale”. E poi, ancora, molte figure eroiche della “resistenza bianca”, ossia cattolica, tra cui numerosi sacerdoti. Tutti personaggi che la storiografia dominante ha oscurato, in un disegno funzionale all’esercizio dell’egemonia culturale di gramsciana memoria.
Del resto – nota Finetti – “c’è una storiografia comunista che, anche dopo la Caduta del Muro di Berlino, continua a leggere la storia con le categorie dell’ideologia classista. Tutto ciò che nella resistenza fu anticomunista viene classificato come ‘fascista’ e gettato nella spazzatura”. Un atteggiamento culturalmente “totalitario” – questo – che documenta la tragedia ideologica del Novecento, dove comunismo e nazismo sono le due facce della stessa medaglia totalitaria. Basti pensare – ricorda Finetti - che tra il 1924 e il 1926, mentre i partiti liberal-democratici si erano ritirati sull’Aventino in segno di rifiuto dell’avanzata del fascismo, il Partito Comunista italiano se ne stava tranquillamente seduto sui banchi del Parlamento, incapace di esercitare una qualsiasi opposizione al dilagare del regime.

venerdì 10 giugno 2005

Referendum
L'astensione come risposta
alla «dittatura del desiderio»
di Gianteo Bordero - 10 giugno 2005
Ipse dixit. Umberto Veronesi, paladino dei «quattro sì», non ha dubbi. Sul Corriere della Sera del 6 giugno, parlando della diagnosi preimpianto cui la legge 40 pone dei vincoli che i referendari vorrebbero abrogare, dice invece che essa è sempre necessaria e doverosa, in modo che «l'embrione, se difettoso, non venga inserito nell'utero». «Difettoso», proprio così. Manco stesse parlando di un pezzo di ricambio dell'automobile. Non lo sfiora neppure lontanamente l'idea - o perlomeno il dubbio - che lì, in quel piccolo «grumo di cellule» (come lo definiscono molti referendari), possa abitare una persona, con il suo patrimonio genetico unico e irripetibile, coi suoi diritti inalienabili di esserci, di nascere, di crescere...CONTINUA...

martedì 7 giugno 2005

Referendum
"Ecco perché è giusto astenersi"
Gianteo Bordero
"Il Giornale" - ed. Liguria dell'8 giugno 2005
L’astensione ai referendum del 12 e 13 giugno è lo strumento più adeguato e più efficace per opporsi all’abrogazione di importanti articoli della legge 40 approvata dal Parlamento lo scorso anno. La legge 40 è una buona legge, che regolamenta in maniera ragionevole e sensata l’accesso alle tecniche di procreazione medicalmente assistita. Soprattutto, la legge 40 garantisce una tutela giuridica all’embrione e riconosce quello che l’embrione è: persona umana non solo in potenza, ma in atto, già contenente in sé il patrimonio genetico personale, unico e irripetibile.
La legge 40 va difesa con l’astensione perché essa impedisce che l’embrione diventi una sorta di “materiale di risulta” per la soddisfazione dei desideri della coppia. A questo proposito, significativamente si è parlato di una “dittatura del desiderio” che sembra dominare la cultura e la mentalità del nostro tempo. Questa “dittatura del desiderio” è inaccettabile per chi crede che esista un vincolo etico invalicabile dall’uomo e dalla scienza, un vincolo rappresentato dalla stessa natura umana e dalla stessa persona umana, i concetti cardine su cui si è fondata, da duemila anni a questa parte, la nostra civiltà.
L’uomo non può mai essere considerato come mezzo per la soddisfazione dei propri – seppur legittimi – desideri, ma sempre come un fine. Considerare l’uomo – e quindi anche l’embrione – come un mezzo e non come un fine spalanca le porte alla manipolazione della natura umana e quindi, di conseguenza, comporta il venir meno della libertà: libertà di esserci, libertà di nascere, libertà di crescere come essere unico e irripetibile.
A che cosa porterebbe l’uso indiscriminato delle cellule dell’embrione-persona? Porterebbe alla “produzione” programmata di esseri umani, alla “fabbricazione” in laboratorio della vita…esiti tragici per la nostra civiltà, cresciuta e maturata sulla coscienza della dignità della persona umana e sulla coscienza di un limite etico che si pone di fronte al desiderio della “volontà di potenza” dell’uomo: “Il cielo stellato sopra di me – diceva Kant – e la legge morale dentro di me”. Questo patrimonio spirituale e culturale appartiene sia ai cattolici che ai laici, a tutti coloro che vedono nella manipolazione genetica e nella manipolazione embrionale un oggettivo declino civile, morale, sociale.
Scegliere l’astensione “consapevole” è il metodo migliore per mantenere in vita una legge che, seppur non perfetta, garantisce e riconosce la dignità dell’embrione, e quindi la dignità della vita nel suo stadio originario e più “indifeso”. Infine, non credo che si possa lasciare alla parzialità dello strumento referendario una scelta così importante come quella sulla vita e sulla dignità dell’essere umano.
Per tutti questi motivi, con questa consapevolezza, la mia scelta è quella di astenermi dal voto in occasione dei referendum di domenica e lunedì prossimi.

Gianteo Bordero
Consigliere Comunale di Forza Italia, Sestri Levante
Vice-presidente del Consiglio Comunale di Sestri Levante

sabato 4 giugno 2005

Benedetto XVI, la procreazione assistita
e il ruolo dell'Italia
nella «geopolitica» della fede
di Gianteo Bordero - 3 giugno 2005
Nel suo atteso intervento all'assemblea generale della Conferenza Episcopale italiana, Benedetto XVI non ha lasciato delusi quanti - da una parte o dall'altra - si aspettavano da lui una presa di posizione circa i referendum sulla procreazione assistita del 12 e 13 giugno prossimi. «Siete attualmente impegnati - ha detto il Papa rivolgendosi ai vescovi italiani - a illuminare e motivare le scelte dei cattolici e di tutti i cittadini circa i referendum ormai imminenti in merito alla legge sulla procreazione assistita: proprio nella sua chiarezza e concretezza questo vostro impegno...CONTINUA...

mercoledì 1 giugno 2005

ROMA, 31 MAGGIO 2005