domenica 28 dicembre 2003

In quella grotta il "segreto del mondo"

di Gianteo Bordero - 27 dicembre 2003

Alla mezzanotte "santa" le campane di tutte le chiese hanno suonato a festa, ripetendo l'annuncio che duemila anni fa, a Betlemme, avevano portato gli angeli di Dio: "Oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore". Quella grotta di uno sperduto paese della Giudea...CONTINUA...



Adel Smith colpisce ancora...

di Gianteo Bordero - 20 dicembre 2003

Adel Smith ha colpito ancora e, per dirla col proverbio, "al peggio non c'è mai fine". L'ultimo fatto è accaduto lunedì. La madre di Smith, settantenne, è stata colta da improvviso malore, è stata trasportata d'urgenza all'ospedale dell'Aquila, dove ora è ricoverata nel reparto di neurologia. Come in tutti gli ospedali italiani, appeso alle pareti delle stanze, si trova il crocifisso...CONTINUA...

giovedì 18 dicembre 2003

Il Papa della Tradizione e della libertà

di Gianteo Bordero - pubblicato su "Liguria, Italia, Europa" di Novembre 2003

I venticinque anni di pontificato di Giovanni Paolo II rappresentano un fatto epocale: non solo perché Karol Wojtyla ha tagliato il traguardo di uno dei Papati più lunghi che la storia ricordi, ma soprattutto perché, dopo gli incerti anni ’70 – gli anni del post Concilio – questo Papa ha segnato un evidente ritorno della Chiesa Cattolica nell’alveo della tradizione. Ribadendo, anche attraverso i suoi viaggi, il primato papale come “proprium” del cattolicesimo, Giovanni Paolo II ha riunito uomini e popoli attorno alla sua figura di vicario di Cristo in terra, rinnovando quella sorta di “globalizzazione” spirituale che solo il Cristianesimo, sin dai primi secoli dopo Gesù, è stato capace di produrre. Se è vero, come dice un verso di Montale, che “un imprevisto è la sola speranza”, allora Karol Wojtyla è stato ed è il lieto imprevisto della vicenda cattolica di fine XX secolo.

Ma non solo: Giovanni Paolo II è anche il Papa che, partendo dalla considerazione della sua storia personale, ha contribuito in maniera significativa al crollo del comunismo. Non è stato casuale, così, che la prima visita di Wojtyla nella sua amata terra, la Polonia (1979), sia stata all’origine di quel movimento di popolo che trovò nel Papa il suo punto di riferimento ideale, e in Solidarnosc il suo strumento di battaglia sindacale, civile e culturale. Questi due fattori – il Papato polacco di Wojtyla e il sindacato guidato da Lech Walesa – avrebbero portato, infine, al crollo del regime comunista polacco.

Il caso della Polonia è solo un esempio paradigmatico dell’azione che Giovanni Paolo II ha svolto, al livello pastorale come a quello diplomatico e, in senso lato, politico. Il principio cardine che questo Papa ha sin dall’inizio adottato (si pensi alla sua prima visita in Messico), è quello della promozione integrale della persona, e quindi, sul piano sociale, quello della sua libertà: la libertà, ama ripetere Wojtyla, è la condizione irrinunciabile affinché possa esservi reale promozione della persona, proficuo sviluppo sociale ed economico, più diffuso benessere e, infine, autentica pace. La libertà del singolo, secondo Giovanni Paolo II, è pure all’origine della libertà dei popoli, e su questo egli ha molto insistito, dando nuovo vigore e incoraggiando, durante i suoi viaggi, il riscatto dei popoli oppressi dai regimi totalitari apportatori di miseria, violenze e indicibili sofferenze.

Ma non si possono comprendere queste azioni del Papa “venuto dall’Est” se non risalendo, oltre che alla sua personale esperienza, alla sua instancabile passione per l’uomo e per la sua felicità; passione che non gli proviene da qualche strana teoria economica, filosofica e politica: essa è invece l’esito del suo vero, grande amore, quello per Cristo (di cui egli è vicario in terra) e per la Sua Chiesa, che egli ha guidato e sta guidando con rotta ferma e sicura. E questo è tanto più evidente oggi, che le sofferenze fisiche fanno della debolezza dell’uomo Wojtyla il segno paradossale della forza dell’annuncio cristiano.



Il Natale dei moralisti

di Gianteo Bordero - 12 dicembre 2003

Anche quest'anno, con l'approssimarsi delle festività natalizie, i moralisti non hanno mancato di far sentire la loro voce, riproponendo con vigore il binomio "Natale-consumismo", come se anche la festa della natività del bambin Gesù dovesse essere trasformata in una sorta di "Quaresima-bis", un giorno di tristezza e mortificazione. Per cosa, poi?...CONTINUA...

sabato 6 dicembre 2003

E ora A.N. abbandoni anche lo statalismo

di Gianteo Bordero - 4 dicembre 2003

La svolta epocale che Gianfranco Fini, nei giorni del suo viaggio in Israele, ha impresso ad Alleanza Nazionale, non può non essere riconosciuta come una tappa decisiva per la creazione di quella "destra moderna" coessenziale ad un effettivo sistema bipolare. Rimane il fatto che il leader di A.N. abbia caratterizzato i suoi discorsi e le sue affermazioni esclusivamente sul piano storico, più ancora che su quello strettamente politico...CONTINUA...



Ruini, la Chiesa e la lotta al terrorismo

di Gianteo Bordero - 28 novembre 2003

Il cardinale Camillo Ruini, in queste due ultime settimane, è stato al centro dell’attenzione di media e giornali, non solo per la sua omelia al funerale delle vittime italiane dell’attentato di Nassiriya, ma anche per i discorsi pronunciati, ad Assisi, all’assemblea generale della Conferenza Episcopale italiana, di cui lo stesso Ruini è presidente. Il prelato si è posto, a seguito dell’azione terroristica contro i soldati italiani, come voce autorevole, quasi “magisteriale”, e ciò non ha mancato di sollevare, sia all’interno dell’intellighenzia culturale di sinistra, sia nella stessa Chiesa cattolica, voci (peraltro isolate) di dissenso e disaccordo. Come quella del vescovo di Caserta, monsignor Nogaro, che già si era spinto a sostenere il rifiuto, per un prete o prelato, di benedire i feretri di coloro che cadono in guerra.



Le parole di Ruini, prima ai funerali dei militari italiani e poi ad Assisi, segnano di fatto una presa di posizione chiara della Chiesa italiana riguardo all’attuale situazione politica internazionale. Una situazione ogni giorno sempre più segnata da episodi di terrorismo e fanatismo islamico: oltre ai pesanti attentati di Nassiriya e Istanbul, non sono da dimenticare i costanti attacchi alle truppe americane in Irak, come quello della scorsa domenica, in cui due militari USA sono stati barbaramente trucidati, nella loro auto, mentre si trovavano in coda nel traffico di Baghdad.



Alle esequie delle vittime di Nassiriya, in un’omelia breve ma quanto mai intensa e toccante, il presidente della CEI ha detto, facendo riferimento alle parole piene di fede della vedova di uno dei militari italiani, che “è questo il grande tesoro che non dobbiamo lasciar strappare dalle nostre coscienze e dai nostri cuori, nemmeno da parte di terroristi assassini. Non fuggiremo davanti a loro, anzi, li fronteggeremo con tutto il coraggio, l'energia e la determinazione di cui siamo capaci. Ma non li odieremo, anzi, non ci stancheremo di sforzarci di far loro capire che tutto l’impegno dell’Italia, compreso il suo coinvolgimento militare, è orientato a salvaguardare e a promuovere una convivenza umana in cui ci siano spazio e dignità per ogni popolo, cultura e religione”.



Queste parole hanno suscitato un certo scalpore in chi, come molti appartenenti ai comboniani o al movimento “Beati i costruttori di pace”, si erano ormai abituati all’idea che la Chiesa avesse sposato il pacifismo integrale, “senza se e senza ma”, il pacifismo delle bandiere arcobaleno. Così alcuni hanno voluto individuare, nelle frasi di Ruini, una spaccatura interna alle alte sfere ecclesiastiche, specificamente tra il Papa e il suo vicario, Ruini appunto. Una spaccatura che, a quanto pare, non sussiste: è ipotizzabile che il presidente della CEI, per l’importanza della sua presa di posizione, non abbia voluto compiere un’azione “unilaterale”, ma che egli abbia consultato, prima delle sue esternazioni, il Papa stesso. Tant’è vero che nessuna voce di dissenso alle parole di Ruini si è levata dal Vaticano, e lo stesso Giovanni Paolo II non ha mancato di manifestare la sua vicinanza spirituale alle famiglie di coloro che sono stati colpiti da quel terrorismo che, parole dello stesso Woytjla, “non aiuta la pacificazione dell’Irak”.



Ai giornalisti, che nei giorni successivi ai funerali dei soldati italiani, gli chiedevano di precisare le sue affermazioni, Ruini ha ribadito con chiarezza la posizione della Chiesa, che riconosce “la legittimità morale della lotta al terrorismo internazionale”. Ad Assisi poi, dove si è svolta l’assemblea generale dei vescovi italiani, nella sua prolusione il cardinale presidente della CEI ha dedicato all’argomento ancora più spazio, affermando che “l’Italia si trova dunque a vivere questa durissima prova e ad individuare la strada dei propri comportamenti futuri dovendo fare i conti, al proprio interno, con non poche e non lievi differenze di opinioni. Eppure, proprio in questa circostanza abbiamo massimo bisogno di quella forza interiore che proviene dall’unità di un popolo, dalla consapevolezza delle ragioni profonde del suo essere insieme”.



“In concreto – ha proseguito Ruini - sembra aprirsi davanti a noi uno stretto cammino: da una parte, infatti, non possiamo rinunciare all’impegno fermo e vigoroso nella lotta al terrorismo, facendo fronte fino in fondo agli obblighi che derivano dalla solidarietà internazionale e ancor prima dalla nostra storia e dalla nostra cultura; dall’altra parte dobbiamo, con non minore coerenza e determinazione, operare per costruire o ristabilire nel mondo, e oggi in particolare nei rapporti con i popoli islamici, condizioni di pace, di rispetto reciproco e anche di sincera collaborazione. Pure questo ci è richiesto dagli interessi veri e durevoli del nostro Paese e dell’intero Occidente, e più profondamente dall’anima stessa della nostra civiltà”.



Commentando infine, nella sua prolusione, il terribile attentato di Istanbul, il cardinale ha ribadito: “Contro il terrorismo internazionale è davvero necessaria la mobilitazione concorde di tutte le energie, per impedire e reprimere le manifestazioni e per bonificare le radici di questo tristissimo fenomeno”.



Nella sostanza, dunque, il presidente della Conferenza Episcopale Italiana ha voluto ribadire, a scanso degli equivoci generatisi durante il conflitto iracheno, che la Chiesa non rinnega e non rivede la sua dottrina tradizionale sulla cosiddetta “guerra giusta”. Parlando di “legittimità morale della lotta al terrorismo internazionale”, Ruini conferma la millenaria prospettiva cattolica dell’autodifesa e del dovere, per uno Stato, di garantire la sicurezza e la pace ai suoi membri.



Inoltre, in ciò è riaffermata la distinzione tra legittimo uso della forza e violenza, che era parsa svanire nella melassa pacifista degli ultimi mesi: non è lecito, cioè, chiamare violenza quell’uso della forza finalizzato alla difesa e alla salvaguardia della vita e della libertà dei membri di un corpo sociale, di uno Stato. E la Chiesa riconosce agli Stati, come ancora ha sottolineato Ruini, la facoltà di stabilire (sempre nel rispetto della dottrina dei diritti naturali e della legge naturale) i mezzi e gli strumenti più opportuni per difendere, di fronte ad un evidente pericolo, la vita dei suoi membri.



Per duemila anni questo è stato l’insegnamento cattolico sulla cosiddetta “guerra giusta”: Ruini la ribadisce, anche di fronte all’evidente pericolo che oggi rappresenta il terrorismo islamico internazionale. E’ una voce autorevole, che rassicura la coscienza di tanti che, durante l’intervento in Irak, si erano trovati a disagio di fronte all’utopia della pace assoluta: un pensiero che oggi, dopo le parole del presidente della CEI, non può più annoverare, tra i suoi alleati, la Chiesa cattolica e la sua gerarchia.



Carlo Panella

"I piccoli martiri assassini di Allah"

recensione di Mario Fava - 4 dicembre 2003

Indubbiamente gli anni trascorsi in Medio oriente come inviato speciale, Carlo Panella non se li è, per dirla col Machiavelli, né bevuti né giocati. Il libro "I piccoli martiri assassini di Allah", edito da Piemme, ne è l'ultima dimostrazione...CONTINUA...



Aung San Suu Kyi

"Liberi dalla paura"

recensione di Paolo Nessi - 4 dicembre 2003

"Se i popoli e le nazioni coltivassero uno spirito generoso che consideri la felicità degli altri come un maggior contributo alla propria, molti problemi apparentemente insolubili si dimostrerebbero meno ostici". Il significato di queste parole potrebbe essere percepito da alcuni come un saggio monito; dai più, forse, come parole ovvie e pleonastiche...CONTINUA...



Quelle lacrime più forti del terrore

di Gianteo Bordero - 22 novembre 2003

Oggi è l'Italia delle lacrime, oggi è l'Italia del silenzio, oggi è l'Italia del dolore. Sono appena terminati i funerali di Stato delle 19 vittime italiane dell'attentato terroristico di Nassiriya; i feretri dei carabinieri, dei militari e dei due civili morti in Irak escono dalla chiesa di San Paolo di Roma, dove il cardinale Camillo Ruini ha celebrato le esequie...CONTINUA...



martedì 2 dicembre 2003

IMMAGINI DI ASSISI
Questi scatti risalgono a una gita in Umbria del 1994


    mercoledì 19 novembre 2003

    Il prezzo pagato per la libertà

    di Gianni Baget Bozzo - 13 novembre 2003

    Osama Bin Laden (o chi per lui) ha mantenuto le sue promesse. Nel suo ultimo messaggio aveva dichiarato che avrebbe combattuto non solo gli Stati Uniti, ma tutti i paesi con loro associati, tutti i facenti parte della "coalizione dei volontari". L'Italia è l'ultimo della lista, l'ultimo nell'intenzione, ma è stato il primo nell'esecuzione. Si pensava che il compito limitato alla difesa e all'intervento umanitario o la tradizionale capacità di mediazione e di...CONTINUA…



    Il nostro realismo, le loro utopie

    Una delle idee fondamentali che il marxismo ha diffuso nell'Occidente è la concezione per cui compito e scopo della politica è quello di creare una sorta di "paradiso in terra": un'idea che rendeva totalmente immanente alla storia la salvezza annunciata dal Cristianesimo. La lotta al capitalismo, la rivoluzione delle masse proletarie significavano, per Karl Marx ed i suoi seguaci, l'avvento di una società che in se stessa recava la possibilità di redenzione dell'uomo e di tutti gli uomini…CONTINUA…



    Daniel Raffard de Brienne

    Per finirla con l'evoluzionismo

    mia recensione

    Uno dei "dogmi" a cui oggi la scienza e la sociologia ci chiedono di prestare fede cieca è rappresentato dall'evoluzionismo. Quante volte, sin da bambini, sui testi scolastici abbiamo trovato quei disegni che spiegano il passaggio dalla scimmia all'uomo? E quante volte poi, divenuti un po' più grandi, al liceo ci siamo ritrovati di fronte, sul testo di scienze, al cosiddetto "albero dell'evoluzione"? Oppure, ancora, chi è che non ha mai guardato, in televisione, uno di quei documentari (ad esempio Quark di Piero Angela) in cui ci viene spiegato tutto il cammino biologico, animale e umano nei termini inconfutabili della "evoluzione delle specie"? ...CONTINUA...



    sabato 1 novembre 2003

    Ma non trasformiamolo in un feticcio...

    "Stat Crux dum volvitur orbis" ("la Croce sta fissa mentre il mondo ruota"). Viene in mente, questo antico adagio medievale, pensando alla vicenda del crocifisso di Ofena, che un ordinanza del giudice dell'Aquila vorrebbe fosse rimosso dalla scuola in cui si trova…CONTINUA…











    sabato 25 ottobre 2003

    Quella domanda che non muore

    Giovanna Zucconi, sull'ultimo numero dell'Espresso, l'ha ribattezzata "Generazione Boh": sono i ragazzi e i giovani tra gli 11 e i 24 anni, cui Eurisko ha dedicato un sondaggio di cui sono stati recentemente pubblicati i risultati…CONTINUA…
    Animalisti

    Ci aveva già provato, alcuni anni fa, Marina Ripa di Meana: per protestare contro l'uccisione degli animali da pelliccia, aveva fatto esporre un manifesto in cui posava integralmente nuda, vantando, come unica pelliccia...lascio a voi immaginare cosa. Poi vennero gli anni delle manifestazioni contro la caccia, che portarono a restrizioni - talvolta rilevanti - dell'attività venatoria…CONTINUA…

    mercoledì 15 ottobre 2003

    L’alternativa che non c’è

    15 ottobre 2003

    Com’era prevedibile, alla fine si è giunti anche ad una paventata quanto improbabile ipotesi di crisi del governo Berlusconi. Ad annunciarlo è stato, proprio in questi giorni, lo stato maggiore della Lega Nord, col capogruppo Cè e col coordinatore Calderoli. Essi hanno così reagito alla forte accelerazione che il vice-presidente del Consiglio, Gianfranco Fini, ha impresso alla sua proposta di legge per concedere il diritto di voto amministrativo agli immigrati regolari, residenti da almeno sei anni nel nostro paese. Da quello che emerge in queste ore, inoltre, sembra che, nel testo che Alleanza Nazionale si accinge a sottoporre al Parlamento, sia contenuta anche l’idea di concedere agli immigrati non solo l’elettorato attivo, ma anche quello passivo.



    E’ significativo, politicamente, il fatto che questa tanto discussa legge abbia rinsaldato e reso ancor più evidente quella sorta di “patto d’acciaio” tra Alleanza Nazionale e i centristi di Casini, Follini e Buttiglione. E’ significativo poiché, tra le molte cose che fanno parte del contratto elettorale tra la Casa delle libertà e gli italiani non vi è cenno a proposte di questo tipo. E, tra le tante proposte possibili, quella in questione è forse l’unica – così come essa è stata formulata – a poter trovare un ampio consenso anche a sinistra. Non è casuale che, in queste ore, il gotha ulivista non perda occasione per far sapere all’altra sponda la sua disponibilità a votare e sostenere una legge sul diritto di voto agli immigrati così come è emersa dalle dichiarazioni di Gianfranco Fini.



    E’ però chiaro che, allo stato attuale delle cose, una legge votata da An, Udc, Margherita, Ds e cespugli vari significherebbe di fatto (e per la gravità della materia in questione) una crisi della maggioranza e il profilarsi di una crisi di governo ora quanto mai inopportuna, non solo per il semestre di presidenza europeo a guida italiana, ma anche per le molte cose messe in cantiere dal governo Berlusconi, prima tra tutte la riforma delle pensioni. Alleanza Nazionale, inoltre, dovrebbe essere ben consapevole, facendo memoria del recente passato, che le sue più grosse debacle elettorali e di consenso sono giunte proprio nei momenti di una sua più marcata apertura al centrismo spinto quando non alla sinistra (come nel caso del famoso patto dell’Elefantino con Mario Segni, in occasione delle scorse elezioni europee).



    E’ dunque ragionevole pensare che, in realtà, An e Udc non vogliano nell’immediato una crisi di governo che nuocerebbe innanzitutto a loro, e che tentino, in qualche modo, di avere quel peso politico che essi hanno visto insidiato dall’affermazione dell’asse Tremonti-Bossi nella vicenda legata alla riforma pensionistica (come in altre recenti vicende). Inoltre, alcuni episodi come quello dei franchi tiratori che hanno votato qualche emendamento della sinistra alla legge Gasparri, sono da leggersi come esito dell’animato dibattito che in questi mesi si sta svolgendo internamente al partito di Fini, e che vede una tensione - mai conosciuta da An così intensamente – tra l’anima della destra sociale di Storace e la destra di governo del vice-presidente del Consiglio.



    In tutto questo, hanno buon gioco i centristi ad offrirsi come sponda ai malumori di Alleanza Nazionale nei confronti della Lega di Umberto Bossi: è dal 1996 che Rocco Buttiglione frequenta i congressi e i convegni di An auspicandone l’accentramento verso posizioni di tipo popolare europeo. Ora che il sogno dell’ex-segretario del PPI sembra avverarsi (anche se, a dire il vero, la proposta di legge sul voto agli immigrati assomiglia molto più ad una legge di stampo socialdemocratico), all’Udc non resta che prendere la palla al balzo per ottenere quel peso politico che da sola non avrebbe mai potuto avere.



    Ad ogni modo, rimane vero quello che il presidente del Consiglio ha sostenuto alcuni giorni fa, quando ha detto che l’unica alternativa a questa maggioranza sono le elezioni. Perché, nelle cose, non si dà alternativa politica alla Casa delle libertà e al suo leader, Silvio Berlusconi. C’è chi dice, in questi giorni, che Gianfranco Fini stia già preparando la successione a Berlusconi; se questo fosse vero, avremmo il caso singolare (ma non troppo) di un aspirante premier che viene da destra, sostenuto dal centro sinistra e abbandonato infine dal suo stesso partito: un’immagine di premier da fantapolitica che, ci auguriamo, rimanga lontana dalla testa e dal cuore di Fini, proprio nel momento in cui sarebbe opportuna la fermezza delle scelte e delle proposte. A chiederlo, ne siamo sicuri, sono in primis quegli elettori di An che hanno avuto la tentazione, alcuni giorni or sono, di lasciare il partito e passare, seppur con rammarico, ad altre componenti della Cdl.



    Sarebbe infine politicamente suicida “stracciare” il contratto con gli italiani nel nome di uno 0,5% di voti in più, proprio nel momento in cui l’Italia, grazie al suo presidente del Consiglio, vede rinsaldarsi il suo prestigio internazionale e il suo rinnovato ruolo di protagonista sulla scena europea e mondiale. Non succedeva dai tempi di Alcide de Gasperi, e di fuoriclasse della politica, come si sa, ne nasce uno ogni cinquant’anni.

    mercoledì 8 ottobre 2003

    Un nuovo Concistoro per la Chiesa Cattolica

    Tutto era già fissato per il mese di febbraio del 2004, ma, con una certa sorpresa, il Concistoro che vedrà la creazione di 31 nuovi cardinali avrà luogo il prossimo 21 ottobre. Nello stesso mese di ottobre, poi, Giovanni Paolo II taglierà il traguardo dei 25 anni di pontificato…CONTINUA…



    I nemici dell'anima

    E' singolare vedere come, nel tempo della sconfitta storica del materialismo comunista, permanga ancora una sorta di veto - nel linguaggio cattolico che va per la maggiore - nei confronti dell'anima…CONTINUA…



    Allah è entrato in classe

    Tanto tuonò che piovve. Anche se solo per il breve spazio di un giorno, alla fine ce l'hanno fatta - i profeti del dialogo socialmente e religiosamente corretto - a fare quello ch'era nell'aria già da un po'. In una scuola della provincia dell'Aquila, il primo giorno di lezione, accanto al crocifisso, è apparso pure un simbolo legato alla religione islamica…CONTINUA…



    Il catechismo sull'11 settembre (intervista a Gianni Baget Bozzo)

    Quali sono le radici storiche, politiche e geopolitiche da cui proviene l'11 settembre?

    Il terrorismo islamico proviene dal terrorismo occidentale, cioè dall'idea che l'occidente sia il male. Esso è una novità nell'Islam stesso che non ha mai conosciuto l'autodistruzione come mezzo di guerra santa. L'impronta culturale del terrorismo islamico è il nichilismo occidentaleCONTINUA…



    Al centro s’avanza uno “strano” democristiano

    Giovannino Guareschi, insuperato polemista, era solito affermare che lui si professava cristiano in un paese di democristiani. Non tutti forse sanno che cosa l’ideatore di don Camillo e Peppone si trovò a pagare per essersi sempre opposto a quella mentalità che, per decenni, portò ad identificare – almeno da noi, in Italia – l’essere cristiani col votare democristiano…CONTINUA…



    Quello che le statistiche non dicono

    Che cosa cercano oggi i giovani? Per che cosa si sentono mossi a spendere la vita? Ogni anno cifre e fiumi d'inchiostro riempiono le caselle delle statistiche; l'Istat fa monitoraggio e i sociologi provano a trarne delle conclusioni da loro reputate universalmente accettabili. Ma rimane infine uno spazio inaccessibile: sul cuore del singolo il monitoraggio non tiene…CONTINUA…



    Meglio il consumismo del comunismo

    Una delle obiezioni più frequenti che da varie parti viene rivolta alla società occidentale è rappresentata dall'accusa di consumismo. Oggi una superficiale lettura della storia porterebbe a dire che, finito (?) il comunismo, la vera battaglia culturale da compiere sia quella contro la cosiddetta "società dei consumi"…CONTINUA…



    Il mestiere delle armi

    “In questi anni della mia vita son sempre vissuto come un soldato; allo stesso modo sarei vissuto secondo il costume dei religiosi, se avessi vestito l’abito che voi portate”. Sono le ultime parole pronunciate da Giovanni dalle Bande Nere, figura centrale del pregevole film realizzato da Ermanno Ormi intitolato "Il mestiere delle armi"…CONTINUA…



    Il caso Placanica e la fiera del cinismo no-global

    Conobbi di vista Carlo Giuliani quando, nel maggio del 2001, la Facoltà di Lettere e Filosofia di Genova venne occupata da sedicenti collettivi studenteschi che facevano riferimento a vari settori della galassia della contestazione…CONTINUA…



    G.K. Chesterton: "Il pugnale alato e altri racconti"

    E’ uscita il mese scorso, edita da Rizzoli nella collana "I libri dello spirito cristiano", una preziosa antologia di racconti dello scrittore, giornalista e pensatore inglese Gilbert Keith Chesterton. Nato nel 1874 e morto nel 1936, Chesterton rappresenta, nel panorama culturale novecentesco, una figura affatto singolare…CONTINUA…



    La parola all’io

    E’ finito il tempo dell’ideologia di massa; si sono infranti i sogni che dal Sessantotto in poi dominarono il dibattito culturale, sociale e politico. La parola torna all’io…CONTINUA…



    Elogio di una generazione

    Padri cinquantenni che si lamentano della scarsa indole rivoluzionaria dei figli, figli che fanno fatica a sopportare la "retorica dell’impegno" che i padri propinano loro ad ogni buona occasione. Sono i dati che emergono da recenti studi e analisi sul cosiddetto "conflitto generazionale" che, da noi in Italia, si sta facendo sentire in maniera rilevante come mai prima d’ora…CONTINUA…



    Il ritorno della mistica

    “L’ultimo passo della ragione è di riconoscere che vi è un’infinità di cose che la superano” afferma Blaise Pascal nei suoi "Pensieri". Il razionalismo moderno, nato sulla scia della scissione anima-corpo operata da Cartesio, modificò in maniera radicale il concetto classico e poi medievale di "ragione"…CONTINUA…



    La fede c'è, nonostante la "nuova" teologia

    "La fede va avanti nonostante la Chiesa" è un refrain che spesso si sente pronunciare da chi non si riconosce in quella che, superficialmente, viene chiamata la "linea ufficiale". O, per dirla alla Loisy, "Gesù Cristo predicò il Regno…e venne la Chiesa". Oggi, dopo aver letto la sorprendente indagine svolta da Eurisko per conto del quotidiano "La Repubblica" circa la "situazione della fede" in Italia, potremmo dire, paradossalmente, che la fede va avanti nonostante la "nuova teologia" e nonostante i sociologi cattolici…CONTINUA…



    L’Occidente tra felicità e ideologia

    Torna alla ribalta il problema immigrazione. Solo nell’ultima settimana abbiamo assistito a numerosi sbarchi e – ciò che più ha colpito e ferito la nostra sensibilità – alla tragedia del naufragio nel quale hanno perso la vita più di cento immigranti…CONTINUA…



    Le radici cristiane della tecnologia

    “Siamo più occidentali e più cristiani quando prendiamo l'aspirina che non quando leggiamo Platone e i filosofi” amava ripetere un mio professore di filosofia. C'è del vero, in questa paradossale affermazione del mio illustre insegnante…CONTINUA…



    Il realismo di un uomo libero

    Marco Biagi, prima ancora che essere vittima del terrorismo, fu vittima della follia ideologica; vittima del rigurgito ideologico nato, in seno all'estrema sinistra, nei confronti di tutti coloro che (professori, sindacalisti, tecnici e consulenti ministeriali) seguivano e sostenevano l'intenzione del governo Berlusconi di porre mano in maniera decisa alla riforma del mercato del lavoro; quel mercato che Marco Biagi definiva "il peggior mercato del lavoro dell'intera Europa"…CONTINUA…



    L'inganno esistenzialista

    L'esistenzialismo è la filosofia del ripiegamento dell'uomo su di sé. E forse neppure possiamo chiamarla "filosofia" nel senso sistematico del termine: essa è, piuttosto, un certo modo di sentire, di intendere e di vivere la vita. Sui manuali liceali…CONTINUA…



    La politica tra realtà, utopia e gnosi

    Il realismo genera politica, l'utopismo genera il suo contrario: l'antipolitica. Molto oggi si discute sullo scarso interesse dei giovani nei confronti della politica. Esso deriva, sostanzialmente, proprio dall'abbandono del realismo come criterio e cardine cultural-politico per eccellenza…CONTINUA…



    La metamorfosi del pacifismo

    Che fine hanno fatto, in Italia, le folle pacifiste dopo la campagna anglo-americana in Irak? Smessa la maglietta anti-Bush e ammainata la bandierozza arcobaleno, esse sono tornate alla loro occupazione consueta: il giustizialismo e la guerra a Berlusconi…CONTINUA…



    Quei martiri "ecclesialmente" scorretti

    Mentre chierici e intellettuali cattolici, negli ultimi mesi, impegnavano il loro tempo in convegni e disquisizioni filologiche sulla "Pacem in terris" - l'enciclica di Giovanni XXIII assurta a manifesto del pacifismo integrale (si veda il libro, edito guarda caso dalle Paoline, "Pace! Voci a confronto sulla Pacem in terris"), ha fatto la sua comparsa sulla scena mediatica monsignor Macram Gassis. Vescovo sudanese in "esilio"…CONTINUA…



    "Imagine"…e il pacifismo divenne religione

    Chissà che cosa avrebbe detto Tommaso d'Aquino (il Santo dell'Eucaristia, colui che compose, tra una quaestio e l'altra, degli splendidi inni dedicati al Corpus Christi - tra cui gli un tempo universalmente conosciuti "Pange lingua" e "Tantum ergo"), se, negli scorsi mesi, fosse entrato in una chiesa durante lo svolgimento di una delle innumerevoli veglie e marce della pace e avesse sentito intonare, invece che le sue splendide e insuperate composizioni, quella "Imagine" di John Lennon…CONTINUA…



    Libertà d'educazione e libertà d'impresa

    La libertà della scuola e nella scuola (libertà d'educazione) è una delle condizioni necessarie affinché, in una società e in una comunità, si possa costruire un'autentica libertà nel lavoro e del lavoro (libertà d'impresa). L'educazione, intesa come "introduzione alla realtà totale" e come sviluppo integrale della persona, è il miglior antidoto nei confronti delle varie forme di manipolazione e di totalitarismo…CONTINUA...



    Nichilismo e mentalità contemporanea

    "Il più grande evento recente - il fatto che Dio è morto, che la fede nel Dio cristiano è divenuta inattendibile - inizia già a gettare le sue prime ombre sull'Europa […]. Noi ci sentiamo, alla notizia che il vecchio Dio è morto, come sfiorati da una nuova aurora…finalmente l'orizzonte ci sembra di nuovo libero, finalmente le nostre navi possono riprendere il largo, il nostro mare, il mare aperto è di nuovo là, e forse non c'è mai stato un mare così aperto". Così scriveva, nella "Gaia scienza" (1882) Friedrich Nietzsche…CONTINUA…



    Il veleno modernista e i "New Ecclesial"

    "Dove va la nuova teologia?" si chiedeva, in un articolo apparso nel 1946 sulla rivista "Angelicum", padre Garrigou-Lagrange. E rispondeva (siamo negli anni segnati dalla vicenda della cosiddetta "Théologie Nouvelle"): "Essa ritorna al modernismo"…CONTINUA…



    Nichilismo e pacifismo

    Da che cosa muove il pacifismo assoluto? Quali sono le sue matrici storiche e culturali? Può trovare origine nel Cristianesimo, o invece affonda le sue radici in correnti di pensiero addirittura contrarie ad esso?…CONTINUA…

    domenica 7 settembre 2003

    Un solo grande Legislatore

    di Gianni Baget Bozzo - 5/9/2003



    La Chiesa cattolica ha avuto un vasto e duraturo impegno sulle materie morali perchè, diversamente dalle comunità  protestanti e dalle Chiese ortodosse, non ha assorbito il concetto di natura in quello di salvezza o in quello di divinizzazione: ha cioè mantenuto una dottrina sulla natura umana in quanto natura ed ha sostenuto che la legge naturale fosse iscritta nel cuore e nel corpo dell'uomo e che il suo legislatore è il Creatore. La Chiesa cattolica ha avuto un pensiero metafisico e un pensiero politico ed è per questo che nemmeno la secolarizzazione postconciliare ha potuto mutare la natura metafisica nella sua concezione della natura umana nè la figura politica del suo pensiero etico. Diversamente dalle altre Chiese e comunità, ha trattato la scrittura non come oggetto di ermeneutica o di allegoria ma, con San Tommaso ha sostenuto che l'unico senso della scrittura da cui si possa argomentare è quello letterale... ...CONTINUA...



    La realtà  del male, fra storia e spiritualità

    di Fabrizio Gualco - 4/9/2003



    A differenza della tendenza gnostica, oggi riproposta in vari modi e maniere dagli interpreti del nichilismo politico contemporaneo, la visione del mondo cristiana afferma la fondamentale bontà  della creazione e dunque della natura e dell'essere umano.

    In questa prospettiva, il male è un problema che può trovare senso all'interno di una prospettiva storica, metafisica ed escatologica delineata dal cristianesimo, che vede nell'essenza del male (il Maligno così come viene chiamata nel Nuovo Testamento) un qualcosa di irriducibile alla natura e che può comparire all'interno della vicenda umana come forma storica...CONTINUA...







    venerdì 1 agosto 2003

    IL MIO "SANTINO" ELETTORALE
    Elezioni amministrative comunali
    Sestri Levante, 25-26 maggio 2003