da Ragionpolitica.it del 25 luglio 2009
Intervistato giovedì da Il Giornale, il filosofo della politica Biagio De Giovanni, già deputato europeo del PCI e poi del PDS, fissa quattro punti fermi per l'analisi dello stato della sinistra nel nostro paese.
Primo punto: «La sinistra italiana si ostina a non interpretare Berlusconi come un fenomeno politico reale e per questo spera di poterlo battere con strumenti e mezzi che non sono politici (il riferimento è alla recente campagna di stampa, capitanata da La Repubblica, riguardante la vita privata del presidente del Consiglio, ndr). E' un errore che aggraverà la sconfitta che è già avvenuta». Insomma, passano gli anni ma la sinistra non riesce a liberarsi da quella sindrome antiberlusconiana che le ha impedito e tuttora le impedisce di comprendere le ragioni dei ripetuti successi del Cavaliere. Ragioni che, secondo De Giovanni, sono eminentemente politiche, fondate sulla capacità del leader del centrodestra di interpretare le esigenze e i bisogni del popolo italiano per poi trarre da essi una proposta di governo credibile.
Da qui discende il secondo punto: quell'ampia fetta della sinistra che si riconosce nel giornale-partito La Repubblica, e che a partire dagli anni Novanta ha affidato la definizione di sé a Eugenio Scalfari, è una sinistra «pseudo-moralista, da salotto, senza un progetto per l'Italia... Una sinistra che ormai è senza popolo». Avendo seguito Scalfari nella sua interpretazione del fenomeno Berlusconi come simbolo antipolitico del presunto degrado civile e morale dell'Italia, come concentrato di tutti i vizi e di tutte le contraddizioni degli italiani, la sinistra si è arroccata in una lettura elitaria, settaria, intellettualoide e radical-chic del paese, finendo col perdere il contatto con la realtà e coi mutamenti che avvenivano anno dopo anno nella società. Insomma, oggi la sinistra «è senza popolo, mentre la destra oggi ha questa dimensione». La conferma di ciò sta, ad esempio, nelle accuse di «populismo» che diversi rappresentanti della sinistra muovono a Berlusconi in maniera ossessiva e senza soluzione di continuità da quindici anni a questa parte. Commenta De Giovanni: «Obama non è forse un populista, cioè un politico che si mette direttamente in contatto con il popolo?». Più chiaro di così...
Terzo punto: pur chiamandosi fuori dalla contesa e dal dibattito interno al Partito Democratico in vista del Congresso di ottobre, De Giovanni sottolinea che, se fosse costretto a scegliere, «sarebbe meglio Dario Franceschini di Pierluigi Bersani, perché si colloca nella scia di una visione del partito che tende ad avere in se stesso la maggioranza politica». Tradotto dal linguaggio politologico: se la spuntasse Bersani, si tornerebbe indietro, alle coalizioni extra-large che comprendono tutto e il suo contrario pur di sconfiggere il nemico, senza però possedere quella coesione interna in grado di reggere la sfida del governo; se vincesse Franceschini, invece, rimarrebbe comunque intatto il principio secondo cui può esistere, nel nostro paese, un partito di sinistra capace di elaborare al proprio interno un progetto politico di governo potenzialmente in grado di competere con quello presentato dalla destra. E' chiaro che al popolo della sinistra non servono più Unioni in stile prodiano, ma un partito all'altezza delle aspettative e delle domande poste dai cittadini.
Quarto e ultimo punto sottolineato da De Giovanni: per rilanciare la sfida della sinistra in Italia di tutto c'è bisogno fuorché di Antonio Di Pietro. Anzi, l'ex pm «è quanto di più negativo sia emerso nella vicenda politica italiana». Qui troviamo una conferma a quanto scritto giovedì su queste stesse pagine: il leader dell'Italia dei Valori rappresenta la negazione di ogni progettualità politica degna di tal nome, essendone piuttosto il «distruttore» sin dai tempi di Mani Pulite. Quindi, meglio per la sinistra starne alla larga e pensare piuttosto a ritrovare se stessa dopo i tanti errori commessi negli ultimi tre lustri.
Gianteo Bordero
sabato 25 luglio 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento