mercoledì 5 novembre 2008

RICHIESTA DI DIMISSIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI SESTRI LEVANTE

Intervento tenuto durante il Consiglio Comunale di Sestri Levante del 4 novembre 2008
    Chiedo la parola come vice-Presidente del Consiglio Comunale perché mi corre l’obbligo di dichiarare pubblicamente, apertis verbis, il mancato rispetto delle regole per il funzionamento del Consiglio Comunale da parte di quella figura che dovrebbe per prima dare esempio cristallino di correttezza istituzionale. Mi riferisco a Lei, signora presidente del Consiglio, che questa sera, durante la riunione dell’Ufficio di Presidenza, ha usato come criterio di decisione sull’urgenza delle mozioni non il Regolamento, bensì la sua personale appartenenza politica e partitica.

    Eppure Lei stessa, durante il suo intervento tenuto in Consiglio subito dopo l’elezione a Presidente, ricordava opportunamente che (cito testualmente): “Il Presidente rappresenta l’intero Consiglio Comunale; garantisce le prerogative del Consiglio Comunale e i diritti di ciascun Consigliere, è garante del regolamento”. E proseguiva: “Dedicherò energia per adempiere a questo delicato ruolo istituzionale, quello di garante di tutti i Consiglieri Comunali, di minoranza e di maggioranza: lo farò nell’esercizio delle mie funzioni, con equilibrio e umana imparzialità”.

    Dispiace constatare che alle parole non sono seguiti i fatti. Il perché è presto detto. Basta andare a leggere l’articolo 19 del Regolamento per lo svolgimento del Consiglio Comunale, il quale afferma che le mozioni urgenti “si differenziano da quelle ordinarie per il loro oggetto, caratterizzato da problemi o fatti di notevole urgenza e gravità o comunque fatti su cui la discussione non possa essere differita ad altra seduta”.

    Ora, Presidente, Lei solo sa – e dovrebbe per ciò darne spiegazione al Consiglio – dove risieda l’urgenza della mozione presentata dal Partito Democratico, la quale, oltre a contenere dati del tutto erronei e non supportati da alcun documento ufficiale che ne provi l’attendibilità, fa riferimento a decreti legge del Governo che sono già stati convertiti in legge dal Parlamento. Avrei compreso se tale mozione fosse stata presentata come urgente nel momento in cui i decreti governativi non erano ancora divenuti legge dello Stato: allora sì che avrebbe avuto - di là dalle valutazioni di merito – quei requisiti oggettivi di urgenza che oggi, invece, essa non possiede in alcun modo.

    Capisco, Presidente, che in certi casi è difficile dire di “no” al partito al quale si appartiene e che ha eletto Lei alla carica che oggi riveste. E’ difficile dire “no” soprattutto quando è in corso una campagna politica nazionale del suddetto partito sul tema oggetto della mozione. Eppure, Presidente, Lei sa che esercitare il ruolo che Lei oggi esercita comporta degli oneri, tra i quali, come Lei stessa ha ricordato nel già citato primo suo discorso al Consiglio, l’imparzialità. “Un termine – disse allora - che comprende nel suo significato anche rigore e rispetto delle regole”. Un rigore e un rispetto delle regole che questa sera, come detto, non vi sono stati.

    Tanto più che – giova ricordarlo – questa seduta di Consiglio Comunale è stata convocata il 29 ottobre scorso in primo luogo per iniziativa, come si può leggere nel documento di convocazione, di “almeno 4 consiglieri” e, in secondo luogo, per iniziativa del sindaco. Ora, l’articolo 1 del Regolamento per lo svolgimento del Consiglio Comunale prevede che, nel caso di convocazione per iniziativa di almeno 4 Consiglieri, “il Presidente è obbligato a riunire il Consiglio in un termine non superiore a 15 giorni decorrenti dalla data di ricezione della richiesta risultante al Protocollo generale, inserendo all’Ordine del Giorno le questioni richieste, secondo l’ordine di priorità indicato dai richiedenti”.

    Concedendo l’urgenza a una mozione presentata dal maggior gruppo di maggioranza, invece, si stravolge l’Ordine del Giorno formatosi a seguito della richiesta di convocazione avanzata da due gruppi della minoranza, con il rischio di vedere vanificato quanto previsto dal citato articolo 1 del Regolamento. Ciò avrebbe dovuto rappresentare un motivo in più, oltre a quelli già citati, per valutare con più rigore la domanda di urgenza per la mozione presentata dal Partito Democratico. Perché Lei, Presidente, è il garante del Regolamento, e in tale prospettiva dovrebbe mettere in secondo piano la sua personale appartenenza ad uno degli schieramenti presenti in Consiglio ed adottare quel profilo super partes che ci si aspetterebbe da una figura come quella che Lei impersona.

    Le soluzioni alternative all’urgenza c’erano: avrebbe potuto suggerire al Partito Democratico di chiedere una apposita convocazione, che, come ricordato, deve avvenire entro 15 giorni dalla presentazione della domanda al Protocollo Generale. Invece niente. Lei ha concesso l’urgenza a una mozione che di urgente non ha nulla, se non la volontà del gruppo del Partito Democratico di cavalcare la protesta sul tema della scuola.

    Se Lei, come Presidente, non riesce a dare valutazioni che mettano tra parentesi l’appartenenza partitica e a garantire tutti i gruppi presenti in Consiglio Comunale; se non riesce a dire “no” ad un sopruso che viene compiuto nei confronti della minoranza, la quale vede una sua richiesta scavalcata dai capricci politici della maggioranza; se non riesce a mettere in pratica quello che Lei stessa affermò in questa sede al momento della sua elezione; se la passione partitica riduce a brandelli la veste istituzionale, allora sarebbe meglio che Lei tornasse a sedere anche formalmente – oltre che sostanzialmente – tra i banchi della maggioranza, rimettendo nelle mani del Consiglio il suo mandato.
      Gianteo Bordero
        Vice-presidente del Consiglio comunale di Sestri Levante
        Consigliere comunale del gruppo "Pdl-Lega-Udc-Per Ianni sindaco"

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