giovedì 25 giugno 2009

DA QUAL PULPITO...

da Ragionpolitica.it del 25 giugno 2009

Non si limita più a criticare i provvedimenti messi in campo dal governo Berlusconi, da quelli sull'immigrazione alle politiche sociali; non si accontenta più di annunciare ai quattro venti che quello del Cavaliere è il nuovo volto del fascismo nel nostro paese. Famiglia Cristiana compie ora un altro passo in avanti nella sua battaglia antiberlusconiana e arriva alla scomunica tout court del presidente del Consiglio. I motivi? I «comportamenti "gaudenti e libertini"» del premier, con i quali egli ha superato «il limite della decenza». A scrivere la sentenza di condanna del capo del governo è il direttore in prima persona, don Antonio Sciortino, che nel nuovo numero del settimanale, rispondendo ai lettori nella rubrica «Colloqui con il padre», tira in ballo direttamente il giudizio di Dio per far ricadere su Berlusconi il marchio dell'infamia morale. «Non basta le legittimazione del voto popolare o la pretesa del "buon governo" per giustificare qualsiasi comportamento, perché con Dio non è possibile stabilire un "lodo", tanto meno chiedergli l'"immunità morale"». Insomma, se Berlusconi può pensare di cavarsela nelle cose terrene con i provvedimenti ad personam adottati dal governo che egli stesso presiede - sembra voler dire don Sciortino - così non può essere nelle cose dell'anima, dove esiste un giudice severo e implacabile, che non ragiona secondo la logica del «lodo» (Alfano) e dell'«immunità».

A parte il fatto che Famiglia Cristiana sembra scambiare per oro colato il fango gettato addosso al presidente del Consiglio in queste ultime settimane con una campagna mediatico-gossippara senza precedenti, è curioso che una rivista che da sempre si è distinta, nel panorama della pubblicistica cattolica, per le sue posizioni morbide, concilianti, perdoniste e progressiste in campo di dottrina morale - che gli sono valse, in passato, più di una critica ufficiale da parte dei più alti livelli delle gerarchie vaticane - si erga ora a paladina del rigorismo etico e lo faccia - essa sì - ad personam, cioè nei confronti di una sola persona. La memoria torna al 1997, quando, con un'iniziativa clamorosa, il Papa Giovanni Paolo II decise, l'11 febbraio, di «commissariare» il settimanale e la stessa Congregazione Paolina, e di inviare un legato pontificio (monsignor Antonio Buoncristiani) dopo che Famiglia Cristiana aveva ripetutamente assunto posizioni in netta divergenza dalla dottrina cattolica sia nel campo teologico che in quello morale (quanto a quest'ultimo aspetto, fecero molto discutere le dichiarazioni dell'allora direttore, don Leonardo Zega, su masturbazione, droga, omosessualità).

Potremmo dire, dunque: da qual pulpito vien la predica, visto che Famiglia Cristiana non sembra propriamente l'organo di stampa più titolato a dare lezioni di morale cattolica ad alcuno. Ma il problema non è solo questo. Perché il settimanale paolino, oltre ad emettere indebite sentenze di scomunica morale e a spalancare le porte dell'inferno per Berlusconi, pretende pure di rappresentare con i suoi articoli tutti i credenti italiani e di dare lezioni alla stessa Chiesa. Secondo don Sciortino, essa «non può abdicare alla sua missione e ignorare l'emergenza morale nella vita pubblica del paese». E i cristiani «sono frastornati e amareggiati da questo clima di decadimento morale dell'Italia, attendono dalla Chiesa una valutazione meno "disincantata". Non si può far finta che non stia succedendo nulla, o ignorare il disagio di fasce sempre più ampie della popolazione, e dei cristiani in particolare». Quindi - è il presuntuoso ragionamento del direttore - visto che tutti i cattolici italiani sono nauseati dall'attuale situazione e si ribellano all'immoralità libertina del presidente del Consiglio, la Santa Sede dovrebbe imbracciare anch'essa le armi e scendere il battaglia contro Berlusconi, dicendo una parola chiara e non lasciandosi lusingare dalle promesse di «leggi favorevoli alla Chiesa» che, scrive ancora don Sciortino, sarebbero il «classico "piatto di lenticchie", da respingere al mittente». Da condannare, dunque, secondo Famiglia Cristiana non è soltanto il comportamento del premier, ma anche quello della Chiesa, che con i suoi silenzi rischia di non fare nulla per arginare il «decadimento morale» del paese.

Con ciò prendiamo atto che il settimanale dei Paolini ha definitivamente abdicato a quella fedeltà alla verità che dovrebbe contraddistinguere, in particolare, una rivista cattolica, e constatiamo che ormai il suo nuovo vangelo è costituito da ogni parola che esce dalla bocca di Repubblica e del Corriere della Sera. Due giornali, com'è noto, filo-cattolici e paladini della dottrina morale della Chiesa. Congratulazioni!

Gianteo Bordero

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