GRUPPO CONSILIARE “IL POPOLO DELLA LIBERTA’ – LEGA NORD”
9 NOVEMBRE 2009
OGGETTO: MOZIONE
I SOTTOSCRITTI CONSIGLIERI COMUNALI
Gianteo BORDERO, Marco CONTI, Giancarlo STAGNARO
CHIEDONO
Che venga inserita all’Ordine del Giorno della prossima seduta di Consiglio Comunale la seguente mozione:
«INIZIATIVE A TUTELA DELLA PRESENZA DEL CROCIFISSO NELLE AULE SCOLASTICHE DEL COMUNE DI SESTRI LEVANTE – ESPRESSIONE DI SENTIMENTO AVVERSO LA SENTENZA “LAUTSI v. ITALY” EMESSA DALLA CORTE EUROPA DEI DIRITTI DELL’UOMO IN DATA 3 NOVEMBRE 2009»
E PROPONGONO
Di sottoporre all’approvazione del Consiglio Comunale il seguente ordine del giorno:
IL CONSIGLIO COMUNALE DI SESTRI LEVANTE
- Venuto a conoscenza della sentenza con la quale, il 3 novembre 2009, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha accolto il ricorso della signora Soile Lautsi, di Abano Terme (Padova), avverso lo Stato italiano a causa della presenza del crocifisso nelle aule della scuola pubblica;
- Appreso che tale sentenza afferma che «l'esposizione nelle classi delle scuole statali di un simbolo che può essere ragionevolmente associato con il cattolicesimo» non può garantire «il pluralismo educativo che è essenziale per la conservazione di una "società democratica"».
- Appreso inoltre che tale sentenza definisce la presenza del crocifisso nelle scuole pubbliche «una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni» e una violazione della «libertà di religione degli alunni».
- Considerato il ricorso presentato dal governo italiano avverso la suddetta sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo;
- Richiamate le norme regolamentari dell’articolo 118 Regio Decreto n. 965 del 1924 e allegato C del Regio Decreto n. 1297 del 1928, che dispongono che in ogni aula sia presente il crocifisso.
- Vista la sentenza del Consiglio di Stato numero 556/2006, nella quale si afferma che: «In una sede non religiosa, come la scuola, destinata all’educazione dei giovani, l’esposizione del crocifisso, per credenti e non credenti, sarà giustificata ed assumerà un significato non discriminatorio sotto il profilo religioso, se esso è in grado di rappresentare e di richiamare in forma sintetica immediatamente percepibile ed intuibile (al pari di ogni simbolo) valori civilmente rilevanti, e segnatamente quei valori che soggiacciono ed ispirano il nostro ordine costituzionale, fondamento del nostro convivere civile. In tal senso il crocifisso potrà svolgere, anche in un orizzonte “laico”, diverso da quello religioso che gli è proprio, una funzione simbolica altamente educativa, a prescindere dalla religione professata dagli alunni. Ora è evidente che in Italia, il crocifisso è atto ad esprimere, appunto in chiave simbolica ma in modo adeguato, l’origine religiosa dei valori di tolleranza, di rispetto reciproco, di valorizzazione della persona, di affermazione dei suoi diritti, di riguardo alla sua libertà, di autonomia della coscienza morale nei confronti dell’autorità, di solidarietà umana, di rifiuto di ogni discriminazione, che connotano la civiltà italiana. Questi valori, che hanno impregnato di sé tradizioni, modo di vivere, cultura del popolo italiano, soggiacciono ed emergono dalle norme fondamentali della nostra Carta costituzionale, accolte tra i “Principi fondamentali” e la Parte I della stessa, e, specificamente, da quelle richiamate dalla Corte costituzionale, delineanti la laicità propria dello Stato italiano. Il richiamo, attraverso il crocifisso, dell’origine religiosa di tali valori e della loro piena e radicale consonanza con gli insegnamenti cristiani, serve dunque a porre in evidenza la loro trascendente fondazione, senza mettere in discussione, anzi ribadendo, l’autonomia (non la contrapposizione, sottesa a una interpretazione ideologica della laicità che non trova riscontro alcuno nella nostra Carta fondamentale) dell’ordine temporale rispetto all’ordine spirituale, e senza sminuire la loro specifica “laicità”, confacente al contesto culturale fatto proprio e manifestato dall’ordinamento fondamentale dello Stato italiano. Essi, pertanto, andranno vissuti nella società civile in modo autonomo (di fatto non contraddittorio) rispetto alla società religiosa, sicché possono essere “laicamente” sanciti per tutti, indipendentemente dall’appartenenza alla religione che li ha ispirati e propugnati. Come ad ogni simbolo, anche al crocifisso possono essere imposti o attribuiti significati diversi e contrastanti, oppure ne può venire negato il valore simbolico per trasformarlo in suppellettile, che può al massimo presentare un valore artistico. Non si può però pensare al crocifisso esposto nelle aule scolastiche come ad una suppellettile, oggetto di arredo, e neppure come ad un oggetto di culto; si deve pensare piuttosto come ad un simbolo idoneo ad esprimere l’elevato fondamento dei valori civili sopra richiamati, che sono poi i valori che delineano la laicità nell’attuale ordinamento dello Stato».
- Ritenuta la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche della scuola pubblica un importante richiamo alle radici culturali e spirituali dell’Italia e dell’Europa, che in alcun modo offende la libertà e la sensibilità degli studenti, ma al contrario simboleggia in massimo grado il valore della dignità della persona su cui si fondano il vivere civile e l’ordinamento giuridico della Repubblica italiana.
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
- A manifestare con atto ufficiale presso la Corte europea dei diritti dell’uomo i sentimenti di riprovazione del Consiglio Comunale di Sestri Levante nei confronti della sentenza in oggetto;
- A garantire la presenza del crocifisso in tutte le aule scolastiche della città;
- A sollecitare la promozione, nelle scuole cittadine, di incontri e momenti di approfondimento riguardo al significato della presenza del crocifisso nelle aule, sottolineandone i legami con la storia culturale e spirituale dell’Italia e dell’Europa.
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