venerdì 30 maggio 2008

SINISTRA IN MOVIMENTO, NASCE L'ASSE VENDOLA-SD

da Ragionpolitica.it del 30 maggio 2008

Per i partiti della fu Sinistra Arcobaleno, rimasti fuori dalle aule parlamentari dopo le elezioni del 13 e 14 aprile, si apre una intensa stagione di analisi e ripensamento delle strategie e della proposta politica. Prova ne è la convocazione dei congressi dei Verdi e di Rifondazione Comunista (di quest'ultimo abbiamo già parlato in un precedente articolo) e dell'assemblea nazionale della Sinistra Democratica, che si svolgerà a Chianciano dal 27 al 29 di giugno. Leggere il documento politico che sarà in discussione a Chianciano è importante per comprendere che cosa bolle in pentola dalle parti della sinistra radicale e come potrebbero rimescolarsi le carte non soltanto nella gauche «dura e pura», ma anche nel più ampio quadro di quella che un tempo fu l'Unione. L'esito dei congressi del Prc e dei Verdi e dell'assemblea nazionale di Sd potrebbe, infatti, avere ripercussioni anche sulle future alleanze del Partito Democratico dopo il fallimento della strategia veltroniana della corsa in solitaria e dopo che Massimo D'Alema e i dalemiani hanno rialzato la testa, tornando a promuovere una linea di raccordo tra tutte le opposizioni, anche quelle escluse dalla ripartizione dei seggi parlamentari.

La proposta contenuta nel documento della Sinistra Democratica è chiara: una Costituente della sinistra che abbia come obiettivo quello della nascita di «un nuovo soggetto politico» fondato «sulla partecipazione e sul protagonismo di migliaia di donne e di uomini, iscritti e non iscritti ai partiti politici». Non si tratterebbe più di una semplice sommatoria di partiti e di apparati, di un cartello elettorale «privo di proposta politica e di un'idea convincente sul futuro dell'Italia», ma di un soggetto radicalmente nuovo, capace di valorizzare «le culture che attraversano tutta la sinistra, in ciascuna delle sue attuali componenti: la cultura del lavoro, della qualità e della sostenibilità dello sviluppo, il pacifismo, l'esperienza femminista, quella dei diritti e delle libertà civili».

Tale proposta si colloca nella medesima prospettiva indicata dalla mozione congressuale con cui il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, tenterà di conquistare la segreteria di Rifondazione Comunista durante le assise che si terranno, anche in questo caso a Chianciano, dal 24 al 27 luglio (non è casuale, a tal proposito, la presenza del coordinatore nazionale della Sinistra Democratica, Claudio Fava, a un incontro organizzato a Roma da Vendola qualche giorno fa - ne ha dato conto l'Espresso la scorsa settimana). E' chiaro che una eventuale sconfitta del governatore pugliese al congresso del Prc e l'affermazione del suo competitore, l'ex ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero, comporterebbero anche la bocciatura sul nascere del progetto della Costituente. La mozione Ferrero, infatti, pur riconoscendo l'opportunità di un percorso di «unità a sinistra», usa toni duri nei confronti dell'ipotesi fatta propria da Vendola e rivendica innanzitutto la necessità di rafforzare Rifondazione e di valorizzarne il ruolo prima di procedere a nuovi tipi di aggregazione («La proposta della Costituente - si legge nella mozione congressuale - non coglie il ruolo storico di Rifondazione Comunista» ed anzi «ne rappresenta la negazione in chiave moderata»).

Al contrario, se al congresso del Prc dovesse avere la meglio Vendola, la Costituente prenderebbe quota e l'asse tra Rifondazione e Sinistra Democratica potrebbe portare anche a nuovi sviluppi per quanto riguarda la strategia delle alleanze del Partito Democratico, che troverebbe nel nuovo soggetto un interlocutore con cui dare vita a un centrosinistra «allargato» oltre i suoi attuali confini. Da questo punto di vista, è significativo il fatto che Walter Veltroni abbia iniziato i suoi colloqui post-elettorali, su impulso dei dalemiani, proprio incontrando Fava e dicendosi disponibile, a quanto riferito dallo stesso coordinatore di Sd, «a confrontarsi a sinistra non su titoli astratti ma sulle scelte politiche concrete, avendo come punto d'arrivo la costruzione di un nuovo centrosinistra». Il prezzo di tale possibile intesa, però, sarebbe non soltanto (sul versante Pd) l'indebolimento de facto della leadership veltroniana e il ritorno in auge di D'Alema come vero pilota della nave democratica, ma anche (sul versane Prc) una probabile nuova scissione interna al partito, con Ferrero e i suoi sostenitori (molti dei quali provenienti da Democrazia Proletaria) a presidiare, assieme ai comunisti di Diliberto, lo spazio della gauche «dura e pura». Come si vede, il percorso della sinistra italiana per i prossimi anni si preannuncia tutto in salita.


Gianteo Bordero

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