venerdì 12 marzo 2010

NUOVE ELEZIONI, VECCHIA SINISTRA

da Ragionpolitica.it del 12 marzo 2010

Arriva il Csm con la condanna delle dichiarazioni di Berlusconi sui magistrati. Arriva (così scrive Il Fatto quotidiano) la Procura di Trani con una nuova inchiesta a carico del Cavaliere. E arriva la piazza per denunciare l'attentato alla democrazia che l'uomo di Arcore starebbe mettendo in atto. Come al solito, alla vigilia di ogni elezione, la sinistra politica, mediatica e giudiziaria non si fa mancare proprio nulla per tentare di sovvertire l'esito del voto, nella convinzione di poter azzoppare il leader del Popolo della Libertà e sottrarre così consensi alla coalizione di centrodestra. E' una strategia che in questi ultimi sedici anni non ha prodotto alcunché di significativo, e che anzi si è ritorta contro coloro che l'hanno studiata e attuata con certosina meticolosità: i partiti del centrosinistra sono nelle condizioni che tutti oggi possono vedere, privi di slancio riformatore, di idee e di programmi degni di tal nome; la magistratura registra anch'essa, da lunga pezza, un forte calo di fiducia da parte dei cittadini, i quali vorrebbero vedere, al posto dell'accanimento contro Berlusconi, un sistema giudiziario che funzionasse in modo decente, con tempi certi e processi giusti; i giornali e le trasmissioni gauchiste, infine, ridotti ormai a cucine che sfornano ogni giorno lo stesso piatto condito dai soliti presunti scoop contro il premier, sono diventati una nicchia in cui cercano rifugio elettori di sinistra delusi dai loro rappresentanti politici, una valvola di sfogo per ritrovare le parole e riascoltare i dogmi dell'antiberlusconismo militante.


Nonostante ciò, ogni volta che s'approssima un appuntamento elettorale va in scena lo stesso deprimente spettacolo, si alza il medesimo polverone, si respira il solito acre odore proveniente dalle centrali ideologiche della sinistra italiana, o meglio di quel che resta della sinistra italiana. Perché quando uno schieramento è costretto a ricorrere esclusivamente a strumenti extra politici per tentare di strappare qualche voto alla coalizione avversaria, significa che i suoi partiti ed i loro dirigenti con la Politica hanno chiuso da un bel po'. Tant'è vero che tutto fa brodo pur di non parlare di programmi, di progetti, insomma di tutto ciò che davvero può interessare ai cittadini in occasione di un'elezione. In questo modo l'unico punto programmatico rimane sempre quello: annientare il nemico, spazzare via il dittatore, cacciare l'usurpatore. Tutto così da ormai più di tre lustri, da Occhetto fino a Bersani, passando per Prodi, D'Alema, Rutelli, Veltroni, Franceschini - facce intercambiabili della stessa medaglia, cuochi diversi per la medesima zuppa.


La sinistra non ha dunque saputo trarre alcuna lezione dal suo travagliato percorso di questi sedici anni: ha continuato ostinatamente a suonare lo stesso spartito e continua a suonarlo anche oggi, dopo che gli italiani hanno mostrato in maniera chiara che non è quella la musica che vorrebbero sentire le loro orecchie. Eppure ogni volta i dirigenti della gauche sperano che sia la volta buona, che l'attacco concentrico a Berlusconi funzioni, produca i suoi effetti e mandi a casa il Cavaliere. Il quale, invece, il giorno dopo ogni tornata elettorale, quando si dirada la polvere sollevata dal circo mediatico-giudiziario e parlano soltanto i numeri delle urne, si riaffaccia sulla scena come il vincitore, come il più amato dagli italiani, come il leader che i cittadini vogliono alla guida del paese. Certo, tutto questo è logorante per la sinistra, ma fino a quando essa continuerà a rimandare a data da destinarsi il momento di un serio e coraggioso ripensamento di se stessa, del suo modo di concepire il paese e di porsi di fronte agli elettori, non ci sarà trippa per gatti. Ed avrà sempre il sopravvento, nei leader delle varie Unioni, Ulivi, Grandi Alleanze Democratiche, la tentazione di vincere a tavolino. O con l'aiuto delle inchieste. O cavalcando qualche scandalo che continuerà a sciogliersi come neve al sole.

Gianteo Bordero

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