da Ragionpolitica.it del 22 ottobre 2010
Giusto pochi giorni fa parlavamo su queste pagine della bassa considerazione che un dirigente di primo piano della sinistra, Massimo D'Alema, nutre nei confronti degli italiani che votano Berlusconi. Quello dell'ex segretario dei Ds non è un caso isolato, tant'è vero che giovedì sera è stata la volta di un altro potenziale leader - almeno così pare leggendo gli auspici di molti organi di stampa nazionali - della gauche nostrana. Parliamo dello scrittore Roberto Saviano, che dagli schermi di Annozero, nel corso del dibattito sulla sua prossima trasmissione Vieni via con me, ha dichiarato quanto segue: «Io non parlo alla sinistra, io non ho scritto monologhi per parlare a una parte, ma per parlare anche agli elettori di centrodestra, dicendogli anche "Continua a votare, non voglio cambiarti le idee. Vorrei solo che quando vai a votare o quando credi a queste idee fossi solo un po' più consapevole"».
Rieccoci dunque alla stucchevole rappresentazione dell'elettore di centrodestra come persona non pienamente «consapevole» del voto che esprime, come individuo che si lascia facilmente abbindolare dalla propaganda berlusconiana, come cittadino che non conosce, non sa chi e che cosa siano veramente il leader e lo schieramento a cui egli dà la sua preferenza. C'è dunque bisogno che qualcuno dall'alto, qualche illuminato della prima o dell'ultima ora, si premuri di «raccontare», come dice Saviano, la verità. Perché il problema è la «narrazione» di una realtà che, se fosse davvero conosciuta, impedirebbe ai rozzi elettori berlusconiani e leghisti di compiere un'altra volta il madornale errore di dare fiducia al Cavaliere o al Senatur.
Saviano si propone di fare ciò con la trasmissione che sta preparando insieme a Fabio Fazio e che andrà in onda fra due settimane - guarda caso - su Rai3. E con che cosa l'autore di Gomorra cercherà di aprire gli occhi dei cavernicoli destrorsi? Non con la propaganda politica, da cui egli pare essere ontologicamente alieno ed immune, bensì appunto con la pura «narrazione» ed il semplice «racconto». Di che cosa? Della «macchina del fango» mediatica, di come «chi si oppone a certi poteri viene demolito». E ancora: del post-terremoto all'Aquila, del caos rifiuti a Napoli, della vicenda Dell'Utri, per finire con la discriminazione contro gli omosessuali che verrà illustrata nientepopodimeno che da Nichi Vendola. Perché sono questi, evidentemente, i punti nodali attorno ai quali chi guida il Paese ha costruito in questi anni una rappresentazione di se stesso che non corrisponde in alcun modo - così lascia intendere Saviano - alla realtà.
Ma non è tutto. Perché il Potere, di fronte a tale coraggioso affronto via etere, non poteva di certo stare a guardare senza colpo ferire. E infatti, nelle scorse settimane, lo stesso Potere, rappresentato nella fattispecie dal direttore generale della Rai, Mauro Masi, ha fatto di tutto, sempre stando alle parole di Saviano, affinché il benemerito programma non andasse in onda. Come? Ad esempio lasciando che si creasse un polverone mediatico con la pubblicazione su alcuni giornali - quelli dediti alla quotidiana produzione di fango, va da sé - dei costi della trasmissione (più di due milioni di euro per quattro puntate) e dei lauti compensi previsti per gli ospiti. Atti che l'autore di Gomorra ha definito - udite udite - come diffamatori, forse dimenticando che trattasi di denaro pubblico del cui utilizzo i cittadini hanno pieno diritto di venire a conoscenza. «Voi - ha detto Saviano rivolgendosi a Maurizio Belpietro - pubblicate i compensi cercando e sperando di innescare rabbia e invidia nelle persone che guadagnano 1.500 euro al mese, di cui noi raccontiamo le storie».
La verità non ha prezzo e dunque andare a fare i conti in tasca a chi tale verità racconta sarebbe l'ennesimo indice di quell'arretratezza culturale che caratterizza i sostenitori del centrodestra. I quali, invece che pensare alla grana, dovrebbero incollarsi in religioso silenzio di fronte allo schermo al momento della messa in onda di Vieni via con me. Ne usciranno certamente migliori di prima e più «consapevoli», perché - annuncia Saviano - «nel momento in cui rompi il giocattolo della macchina del fango, come vogliamo fare con la nostra trasmissione, a quel punto sta al cittadino, al lettore, all'ascoltatore capire come funzionano le cose». Rai3 vi farà liberi.
Gianteo Bordero
venerdì 22 ottobre 2010
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