da Ragionpolitica.it del 16 aprile 2009
Non ci sono soltanto gli sciacalli che cercano di intrufolarsi nelle case lasciate vuote dai terremotati per arraffare l'arraffabile e fare bottino pieno sulla pelle già martoriata degli sfollati. Ci sono anche gli sciacalli che, pur non rubando soldi e gioielli, provano anch'essi a portare via qualche cosa di prezioso: l'anima buona di una nazione che in questi giorni terribili del dopo-sisma ha dato prova straordinaria di generosità, di capacità di dedizione, di disponibilità al sacrificio per l'altro. E ad aggravare la questione c'è il fatto che questo tipo di sciacallaggio viene foraggiato con i soldi pubblici appannaggio della Tv di Stato, quindi con i denari degli stessi italiani che hanno mostrato di preferire, ai teoremi di certe trasmissioni televisive, la concretezza di una gara di solidarietà davvero senza precedenti nel nostro paese.
Capiamo bene che raccontare la realtà e arrendersi di fronte all'evidenza di una sanità morale del popolo italiano significherebbe, per certi conduttori e commentatori, alzare bandiera bianca e riconoscere il fallimento di anni e anni di impegno ideologico finalizzato a dimostrare la pochezza civile, la bassezza etica, il malcostume che regnerebbero sovrani nel Belpaese. Significherebbe ammettere che quasi due decenni di trasmissioni, inchieste e scoop non sono serviti a «educare» gli italiani, ad innalzare il livello qualitativo della loro coscienza civica, a raddrizzare le storture prodotte dal sedimentarsi, sul suolo patrio, della cultura popolare e cattolica.
Eppure ci sono momenti in cui tutti dovrebbero fermarsi, almeno per un attimo, facendo lo sforzo di rimuovere dagli occhi le lenti deformanti del preconcetto e dell'ideologia. Per guardare in faccia ciò che accade. Per ascoltare la voce del dramma senza soffocarla col suono assordante dei tamburi di guerra contro il Governo, contro la Protezione Civile, contro lo Stato. Per onorare il dolore composto di chi piange i suoi cari. Per rispettare, a pochi minuti dall'inizio della giornata di lutto nazionale, un paese stretto attorno a chi è stato colpito dalla furia del sisma.
Invece, continuare a combattere la propria battaglia anche nelle ore in cui duecento bare vengono allineate sul terreno di un grande piazzale per ricevere l'estremo, straziante ultimo saluto dai famigliari, dagli amici, dai connazionali; nelle ore in cui è massimo lo sforzo dei soccorritori e dei volontari per riuscire ad estrarre dalle macerie, correndo non pochi pericoli, gli ultimi sopravvissuti al crollo degli edifici; nelle ore in cui si moltiplicano gli episodi di semplice ma coraggioso aiuto a chi è nella difficoltà. Continuare a cannoneggiare contro il nemico anche quando è colpito dalla tragedia e dal lutto. Continuare a fare tutto questo, come se niente fosse accaduto, è veramente il segno di un cinismo senza limiti e senza confini, la cui unica conseguenza non può che essere quella dello sciacallaggio ai danni non di una casa, di un negozio e di beni materiali, ma dei sentimenti più nobili e profondi di un popolo intero.
E' questo cinismo a lasciare sgomenti sopra ogni altra cosa. Non è tanto una questione di libertà di informazione e di pluralismo. E' soprattutto una questione di umanità e di senso di appartenenza a una storia, a una comunità, a una nazione. Nel momento in cui anche partiti che si combattono quotidianamente senza esclusione di colpi e risparmio di energie stabiliscono una tregua per creare quel senso di unità e solidarietà nazionale necessario per fronteggiare al meglio la fase dell'emergenza (mostrando con ciò che la politica in Italia non è quell'immondezzaio, quella discarica putrescente che molti opinionisti e giornalisti da salotto descrivono), mettere in piedi trasmissioni come quella di Annozero andata in onda lo scorso giovedì significa offendere, più che il Governo e la Protezione Civile, lo stesso popolo italiano, i valori nei quali esso crede. La sua sensibilità e la sua generosità. In una parola, significa offendere l'Italia e tutto ciò che essa è. Per questo, ciò che bisogna contrastare non sono tanto certe pessime trasmissioni, quanto lo spirito anti-italiano, di odio contro la nostra nazione, che esse alimentano, costi quel che costi, passando sopra le macerie e le tragedie.
Gianteo Bordero
giovedì 16 aprile 2009
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