da Ragionpolitica.it del 18 aprile 2009
Una delle ferite più profonde che il terremoto del 6 aprile ha inferto alla città dell'Aquila e ai paesi limitrofi è sicuramente quella relativa ai beni artistici e culturali, di cui la terra abruzzese è così ricca. Già le prime immagini del dopo-sisma mostravano chiese sventrate, campanili collassati su se stessi, edifici storici gravemente lesionati. Opere senza prezzo, che portano su di sé il peso dei secoli e della storia, chiara testimonianza della ricchezza e della vitalità della civiltà italiana. Opere che tutto il mondo ci invidia, meta del turismo culturale proveniente da tutti i continenti. Per tutti questi motivi il restauro, il recupero, la ristrutturazione di questo inestimabile patrimonio nazionale rappresentano una delle priorità per la fase di ricostruzione.
Sin dal giorno del sisma il ministero dei Beni Culturali ha parlato di un autentico «disastro»: ad una prima e sommaria ricognizione non potevano sfuggire allo sguardo il crollo del campanile della chiesa di San Bernardino, della cupola della chiesa di Santa Maria delle Anime, del transetto della basilica di Collemaggio che ospita le reliquie del Papa Celestino V (miracolosamente intatte), del cupolino della chiesa di Sant'Agostino, di parti del palazzo della Prefettura. Inoltre, risultavano da subito inagibili il Museo nazionale d'Abruzzo, le due Soprintendenze ai beni architettonici e artistici, tutti ospitati all'interno della fortezza spagnola dell'Aquila. A sole poche ore di distanza dalla scossa delle 3.32 del 6 aprile il ministero ha quindi costituito una task force di tecnici con alle spalle l'esperienza del dopo-terremoto umbro del 1997; ha individuato un ricovero per le opere recuperate dagli edifici di culto pericolanti; ha attivato uno scrupoloso monitoraggio di tutti i musei, i monumenti e i siti archeologici della zona colpita dal sisma.
Il 7 aprile, in un comunicato, il ministro Sandro Bondi ha annunciato l'impegno suo e del governo «affinché quanto del nostro patrimonio artistico è stato distrutto o danneggiato possa essere al più presto restituito agli abitanti delle zone colpite. Per questo motivo, utilizzeremo tutti i fondi a nostra disposizione per avviare al più presto ogni intervento di ricostruzione dove è ancora possibile». Secondo il ministro «proprio nei momenti più bui in cui tutto appare perso e senza senso, lo Stato deve mostrare la propria forte presenza ponendo attenzione anche su quei simboli dell'arte e della storia nei quali si esalta la nostra identità di popolo». Nello stesso comunicato Bondi rendeva noto che, «considerando prioritaria l'opera di soccorso delle vittime e per non intralciare il lavoro dei tecnici», si sarebbe recato in Abruzzo «quando il sottosegretario per la Protezione Civile, Guido Bertolaso, lo riterrà opportuno».
L'8 aprile, dando seguito ad alcune dichiarazioni del presidente del Consiglio, il ministro ha incaricato il suo Ufficio legislativo di elaborare, d'intesa con il Dipartimento per la Protezione Civile, una norma per facilitare il più possibile le donazioni da parte di privati e di istituzioni nazionali e internazionali per il restauro dei monumenti danneggiati. Il 14, a tal fine, ha attivato un conto corrente postale, con la causale «Salviamo l'arte in Abruzzo». Il giorno successivo il ministero ha annunciato, in affiancamento alle altre iniziative messe in campo, una raccolta fondi ad offerta libera, presso i luoghi d'arte aperti gratuitamente al pubblico in occasione della XI Settimana della Cultura, che si svolgerà dal 18 al 26 del mese corrente.
Giovedì, finalmente, è giunto il giorno della visita del ministro Bondi ai luoghi colpiti dal terremoto (visita che d'ora in poi avrà luogo con cadenza settimanale). Il responsabile dei Beni Culturali ha così potuto constatare di persona l'entità dei danni prodotti dal sisma al patrimonio artistico aquilano. In conferenza stampa, Bondi ha annunciato lo stanziamento, nella prossima riunione del Consiglio dei ministri, di 50 milioni di euro. Una cifra alla quale vanno aggiunti i 15 milioni già stanziati l'8 aprile per il sistema museale dell'Aquila. Il ministro ha precisato che si tratta dei primi fondi, quelli necessari per l'emergenza, ossia per la messa in sicurezza degli edifici artistici pericolanti, sui quali occorre intervenire tempestivamente onde evitarne il crollo. Per le restanti opere, il lavoro di recupero sarà lungo e complesso. A tal fine il ministero sta già pensando ad uno stretto coordinamento con la Chiesa Italiana per ciò che concerne gli edifici di culto; inoltre, come ha reso noto lo stesso Bondi, ospite in serata di Porta a Porta, all'Aquila verrà impiantata una succursale dell'Istituto nazionale di restauro (considerato uno dei migliori al mondo) per seguire da vicino la fase del recupero dei beni artistici colpiti dalla furia della terra.
Il ministro, durante la sua visita, ha infine annunciato che al più presto sarà approntata la lista delle opere che potrà essere sottoposta all'attenzione degli Stati amici dell'Italia che hanno già manifestato l'intenzione di impegnarsi economicamente per la ricostruzione. Il presidente del Consiglio, presente anch'egli all'Aquila, ha specificato che «dove non arriveranno gli amici, lo Stato italiano interverrà con un suo programma tempestivo, con le date di inizio e di fine lavori scritte sui cartelli appesi nei cantieri». Insomma, anche sul fronte del patrimonio artistico l'impegno del governo per fronteggiare il dopo-terremoto è massimo: l'esecutivo farà ogni cosa in suo potere per recuperare i tesori abruzzesi e restituirli al loro splendore.
Gianteo Bordero
sabato 18 aprile 2009
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