da Ragionpolitica.it dell'11 dicembre 2008
In attesa che arrivino i voti reali, quelli che usciranno dalle urne il prossimo lunedì dopo le elezioni regionali abruzzesi, in questi giorni il Partito Democratico deve fare i conti con i voti «virtuali» rilevati dai sondaggi. Due in particolare: quello condotto dall'Ispo di Renato Mannheimer per Affaritaliani.it e quello commissionato da Repubblica.it all'Ipr-Marketing. Il quadro che ne esce, per il Pd, è a dir poco sconfortante, sotto tutti i punti di vista. Non deve stupire, perciò, che nella giornata di ieri Walter Veltroni e Massimo D'Alema, nell'ultimo mese al centro di una lotta senza quartiere, abbiano deposto l'ascia di guerra per fronteggiare con una parvenza di unità l'allarme rosso proveniente dalle indagini demoscopiche. Ma procediamo con ordine.
L'Ispo ha reso noto che, negli ultimi 15 giorni, il Partito Democratico ha subito una flessione quantificabile in un milione di voti, passando dal 30% di due settimane fa all'odierno 28%. Commentando i risultati dell'indagine, Mannheimer ha dichiarato ad Affaritaliani.it che questi voti «sono andati un po' all'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro e un po' sparsi». I motivi di questa débacle? «Le questioni interne, i continui conflitti tra le varie anime del partito e anche le recenti vicende giudiziarie che hanno colpito il Pd in diversi comuni, da Napoli a Firenze».
Ipr-Marketing, invece, si è concentrata sulle intenzioni di voto degli italiani in vista delle elezioni europee della prossima primavera. Anche in questo caso, per quanto riguarda il dato nazionale complessivo, il partito di Veltroni si assesta su un deludente 28%. Un dato di gran lunga inferiore non soltanto al risultato ottenuto alle politiche del 13 e 14 aprile scorsi (-5,2%), ma anche alle europee del 2004, quando Ds e Margherita, presentatisi insieme a Sdi e Repubblicani sotto le insegne della lista «Uniti per l'Ulivo», avevano raggiunto quota 31,1%. Le cose non vanno meglio se si analizzano i dati scorporati per circoscrizioni: qui salta immediatamente agli occhi, nel calo generale di consensi per il Pd, il tracollo del partito al nord, in particolare nel nord ovest della penisola (-4,5% rispetto alle ultime europee). Tradotti in seggi all'europarlamento, questi numeri potrebbero significare 4 o 5 deputati in meno a Strasburgo.
Come l'Ispo, anche l'Ipr-Marketing rileva, contestualmente all'emorragia di voti del Partito Democratico, una forte crescita dell'Italia dei Valori, che passa dal 4,4% delle ultime elezioni politiche al 7,8%, quasi raddoppiando i suoi consensi. Segno che, sin dalla scelta di non aderire al gruppo parlamentare del Pd e di presentarsi, nel suo primo discorso alla Camera, come il vero oppositore «duro e puro» a Berlusconi e al centrodestra, Antonio Di Pietro in questi mesi non ha sbagliato un colpo, erodendo, giorno dopo giorno, il capitale di voti del suo principale alleato.
In aggiunta a ciò, a preoccupare i Democratici è anche un altro dato contenuto nel sondaggio pubblicato su Repubblica.it: la crescita del Popolo della Libertà, che sale dal 37,3% del 13 e 14 aprile al 39%. Evidentemente, le critiche quotidianamente rivolte dal Pd al governo di cui il Pdl è l'asse portante non sono riuscite a interrompere la «luna di miele» con gli italiani e a riportare «a casa» quegli elettori che, come ricordava Daniele Capezzone durante l'ultimo Consiglio Nazionale di Forza Italia, alle politiche sono passati dal voto al Partito Democratico a quello per il Popolo della Libertà.
Come accennato all'inizio, non deve stupire il fatto che, con i risultati dei sondaggi sotto gli occhi e nel bel mezzo della bufera che sta investendo le giunte rosse che amministrano importanti città italiane, Veltroni e D'Alema abbiano deciso di firmare di comune accordo, come titola Il Tempo, un «armistizio»: la priorità, in queste ore, è quella di pilotare insieme il Pd fuori da una tempesta che rischia non soltanto di spazzare via la leadership veltroniana, ma anche di inghiottire nel suo vortice tutto il partito e tutta la sua classe dirigente - Baffino compreso.
Gianteo Bordero
giovedì 11 dicembre 2008
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