martedì 11 agosto 2009

RITARDI, SPRECHI E ZERO INVESTIMENTI. IL BILANCIO CONSUNTIVO 2008 DEL COMUNE DI SESTRI LEVANTE

Intervento tenuto durante il Consiglio Comunale di Sestri Levante del 10 agosto 2009

Come già accaduto altre volte nel recente passato, ci troviamo questa sera a dover discutere un documento di bilancio che è stato sottoposto alla nostra attenzione oltre il tempo massimo previsto dalla legge, nella fattispecie dal Testo Unico sull’ordinamento degli Enti Locali, all’articolo 227, secondo comma, così come modificato dalla Legge numero 189/2008. L’articolo 2-quater di tale normativa avrebbe infatti richiesto che il Conto Consuntivo fosse approvato entro la data del 30 aprile, come ricordato anche da una Circolare di Finanza Locale del 6 aprile 2009, nella quale si afferma che «l’approvazione del rendiconto entro i termini di legge è un adempimento di assoluta rilevanza nella gestione amministrativa e contabile». Tale Circolare ricorda inoltre che «l'articolo 243, comma 6 del Testo Unico prevede, per l'inosservanza del termine di legge, l'assoggettamento, in via provvisoria, alla condizione di ente strutturalmente deficitario fino all'approvazione del Rendiconto di Gestione».

Credo, dunque, che il Consiglio Comunale debba innanzitutto stigmatizzare pubblicamente tale grave ritardo, sollecitando senza indugi l’assessore alle Finanze e la Giunta nel suo complesso a un rigoroso rispetto dei termini previsti dalla legge per la presentazione e deliberazione dei documenti di bilancio.

Ciò detto, entriamo ora nel merito del Rendiconto di Gestione anno 2008. Per quanto concerne l’analisi delle entrate, salta sùbito agli occhi il sostanziale calo delle entrate tributarie: si passa dagli 11.505.042 euro del 2007 ai 10.546.717 euro del 2008. In termini di pressione tributaria sul singolo cittadino, significa che si è passati da una media di 615 euro pro capite nel 2007 ai 562 euro del 2008. E’ un dato sicuramente positivo, il cui merito non va però ascritto all’Amministrazione Lavarello e all’assessore Ceselli, bensì al governo Berlusconi, il quale, tra i primi atti del suo mandato, ha deciso, nel maggio dello scorso anno, di procedere all’abrogazione dell’ICI sulla prima casa. Così facendo l’attuale esecutivo, peraltro portando a compimento un percorso già iniziato dal governo Prodi, ha sgravato milioni di cittadini italiani proprietari di prima casa dal pagamento di un’imposta ritenuta vessatoria in quanto finalizzata a colpire un bene primario come quello dell’abitazione principale, il cui acquisto è spesso il frutto delle fatiche e dei sacrifici di una vita intera.

Specularmente al calo delle entrate tributarie, assistiamo, nel Rendiconto di Gestione 2008, ad un robusto aumento dei trasferimenti correnti dallo Stato al Comune, al fine, soprattutto, di compensare il mancato gettito derivante dall’abolizione dell’ICI sulla prima casa. Se nel 2007 i trasferimenti correnti dallo Stato erano pari a 2.662.707 euro, nel 2008 essi hanno raggiunto quota 4.007.341 euro, dei quali 1.236.596 come contributo compensativo per i minori introiti ICI sulla prima abitazione. Una cifra, questa, sufficiente a garantire la copertura del mancato gettito, se è vero, tra l’altro, come risulta dalla Relazione al Rendiconto di Gestione allegata al Bilancio, che la differenza tra l’introito ICI del 2007 e l’introito del 2008 è pari a 977.000 euro.

A tal proposito, voglio ricordare che soltanto pochi mesi fa, in questa sede, in occasione della discussione sul Bilancio di Previsione 2009, ed in particolare sulla questione dell’abolizione dell’ICI sulla prima casa e dei trasferimenti dallo Stato al Comune, l’assessore Ceselli aveva dichiarato quanto segue: «E’ la solita presa in giro del Governo, il quale aveva a slogan promesso di tagliare l’Ici agli italiani da una parte e dall’altra di trasferire ai Comuni tutte le risorse perse dalla manovra… Ebbene – disse ancora l’Assessore - la prima promessa, quella di togliere l’Ici sulla prima casa, è stata rispettata, ma la seconda, ovvero quella di ridare ai Comuni le risorse venute a mancare, è stata, come per magia, dimenticata».

Mi chiedo, alla luce dei dati contenuti nel Rendiconto di Gestione 2008, ed anche alla luce dei dati consultabili sul sito della Finanza Locale, se l’Assessore Ceselli sia disponibile, questa sera, a confermare queste sue affermazioni e quelle che ad esse seguirono, con le quali definì le scelte del Governo un «furto», uno «scippo», una «rapina». Nel caso fosse pronto a ribadire queste sue pesate, moderate e caute parole, lo invito a rileggersi il testo del Decreto Ministeriale 15 febbraio 2008, che è il documento al quale ha fatto riferimento il Governo Berlusconi nel determinare i criteri per l’assegnazione dei rimborsi per il mancato gettito ICI: potrà constatare, l’Assessore, che l’entità del trasferimento dallo Stato ai Comuni per il minore introito dell’ICI non viene stabilita arbitrariamente dall’Esecutivo, bensì tenendo conto del modulo di certificazione inviato dai Comuni stessi. Ricordo all’Assessore, a puro titolo informativo, che il 15 febbraio 2008 al governo non c’erano Silvio Berlusconi e il centrodestra, bensì Romano Prodi e il centrosinistra.

E’ chiaro, dunque, che la campagna portata avanti dall’Assessore al Bilancio sul taglio dell’ICI e sui rimborsi statali è una campagna puramente propagandistica, dettata dalla necessità di scaricare ogni genere di colpa sul Governo centrale quando questo ha un colore politico diverso da quello a cui appartengono la Giunta e la maggioranza consiliare di Sestri Levante. Per quanto ci riguarda, non possiamo che ribadire invece la bontà dell’azione governativa, che ha sgravato i cittadini italiani dal peso di un’imposta ritenuta ingiusta, e che ora sta lavorando per garantire, in accordo con la Conferenza Stato-Città ed Autonomie locali, i necessari trasferimenti per il mancato gettito derivante dall’ICI.

Per quanto riguarda poi le entrate extratributarie, osserviamo il robusto aumento delle entrate derivanti dalla concessione loculi cimiteriali: nel 2007 erano 647.186 euro, nel 2008 sono 1.019.000 euro. Nel 2004, secondo la tabella allegata al Rendiconto di Gestione, erano 582.180. In sostanza, in 5 anni si è assistito al raddoppio delle entrate derivanti da tale voce di bilancio. Ancora, segnaliamo l’aumento delle entrate dai posteggi, da 652.146 euro del 2007 a 763.487 euro del 2008.

Per ciò che concerne le entrate derivanti da accensioni di prestiti, salta agli occhi il mutuo da 1.600.000 euro per i lavori di realizzazione della nuova passeggiata a mare nella zona di Sant’Anna. Una cifra assolutamente cospicua, se paragonata agli altri mutui accesi durante il 2008: 120.000 euro per il completamento della passeggiata a mare e 350.000 euro per i lavori di riqualificazione e trasformazione dell’ex Cinema Conchiglia in teatro all’aperto. Si tratta, peraltro, di opere che negli anni passati già avevano ricevuto significativi finanziamenti da parte del secondo Governo Berlusconi e da parte della Regione Liguria allora guidata da Sandro Biasotti. Il totale dei mutui accesi nel 2008, alla fine, è pari a 2.070.227 euro: nel 2007 era di 800.000 euro.

E veniamo alla parte del Conto Consuntivo riguardante l’analisi della spesa. Quello che a tal proposito è importante sottolineare è la conferma di una tendenza che dura ormai, a Sestri Levante, da almeno 5 anni: l’allargarsi della forbice tra le spese correnti e le spese in conto capitale: aumentano le prime, diminuiscono le seconde. Nel 2004, sul totale delle spese del Comune, l’incidenza della spesa corrente era del 55,37% e quella della spesa in conto capitale del 36,28%. Oggi siamo al 67% di spese correnti e al 19,8% di spese in conto capitale. Ciò significa, in sostanza, che gran parte delle risorse disponibili sono assorbite dall’ordinaria amministrazione e che manca, purtroppo, una seria e lungimirante politica degli investimenti. Prendiamo, ad esempio, un settore come quello del turismo, che risulta strategico per lo sviluppo della città: qui le spese in conto capitale risultano pari a zero, mentre le spese correnti sono passate da un misero 1,97% sul totale della spesa nel 2007 ad un ancor più misero 0,71% nel 2008. Stesso discorso vale per lo sviluppo economico: zero euro di spesa in conto capitale e 32.384 euro di spesa corrente, lo 0,17% sul totale della composizione della spesa.

Per porre un freno a questa tendenza esiziale di aumento della spesa corrente e di riduzione della spesa in conto capitale, e per liberare risorse con le quali mettere in opera un piano di sviluppo della città degno di tal nome, occorrerebbe sin da subito imboccare il sentiero percorso da tutte le Amministrazioni virtuose: la strada da un lato della sussidiarietà, cercando una maggiore cooperazione con il privato, laddove questo è possibile, nella gestione dei servizi erogati dal Comune; e, dall’altro lato, la strada del taglio degli sprechi e delle spese inutili, quelle che appesantiscono la macchina comunale e frenano le energie di sviluppo presenti in città. Purtroppo, dal Conto Consuntivo 2008 emerge chiaramente che nessuna di queste strade è stata imboccata dall’Amministrazione Lavarello.

Gianteo Bordero
Capogruppo consiliare “Il Popolo della Libertà - Lega Nord - Udc”, Sestri Levante

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