sabato 28 agosto 2004

Scontro al vertice sulla scelta dei vertici

di Gianteo Bordero - "Il Giornale" (ed. Liguria) del 1 agosto 2004

SARZANA – Dopo l’incontro di venerdì sera con l’europarlamentare Mario Mantovani, è proseguita oggi (ieri per chi legge, ndr) la due giorni di festa e dibattito del movimento giovanile di Forza Italia a Sarzana. In mattinata, ha avuto luogo l’incontro sulla situazione geopolitica mondiale, per analizzare la svolta che Silvio Berlusconi ha impresso alla politica estera italiana. Nel pomeriggio, invece, si è accesa un’animata e vivace discussione sulla politica nazionale e, in particolare, sulla situazione interna di Forza Italia. Motivo del contendere, i modi con cui rilanciare il partito azzurro dopo il non brillante risultato delle recenti elezioni europee e amministrative. Tutti d’accordo sulla necessità di ridare fiducia e speranza all’elettorato di Forza Italia, di comunicare con più decisione i risultati già raggiunti dal governo Berlusconi in questi tre anni. Disaccordo, al contrario, sulla questione delle modalità operative concrete necessarie a raggiungere questo obiettivo. Michele Scandroglio, responsabile regionale Enti Locali, denuncia, in questo ultimo periodo, “una gestione verticistica di Forza Italia, lontana dalla base”. Per Scandroglio, è necessaria una svolta netta all’interno del partito: “E’ incredibile che, a quaranta giorni dalla debacle elettorale, non sia ancora stato convocata una direzione nazionale per discutere seriamente i problemi”. Come fare allora, concretamente? “Ad esempio passando all’elezione, da parte della base, dei coordinatori regionali (che attualmente, da Statuto, vengono nominati direttamente dal presidente Berlusconi, ndr). Ed è su questo punto che si innesca il dibattito. Contrario alla proposta di Scandroglio è Alessandro Gianmoena, responsabile regionale Formazione. “Far eleggere i coordinatori regionali dalla base – ha spiegato – comporterebbe un cambiamento sostanziale di quella che è la struttura stessa di Forza Italia. Bisogna capire, infatti, che dopo la fine dei partiti tradizionali e dei partiti ideologici, ciò che conta, nella vita stessa dei partiti, è la leadership. E’ così in tutto il mondo democratico. E’ così in America, in Inghilterra, in Germania, in Francia”. Il timore di Gianmoena è che, con strumenti quali quello dell’elezione diretta dei coordinatori regionali, “si possa ritornare al vecchio, ai partiti delle tessere. Chi, infatti, verrebbe eletto coordinatore regionale? Chi ha più tessere, magari non chi è più capace e chi meglio rappresenta i principi, i valori e gli ideali incarnati da Forza Italia e dal presidente Berlusconi”. “Le correnti – ha proseguito – nella prima Repubblica condussero al mercato delle tessere ed al dominio dei capi bastone, cioè alla fine della libertà degli iscritti persino nella Democrazia Cristiana, che finì come un partito senza democrazia interna, in cui le correnti gestivano con le tessere le candidature ed il sistema era rigorosamente verticistico”. “Sono contrario – ha concluso - ad una falsa democrazia interna, che ha ucciso il maggior partito italiano della prima Repubblica e di cui coloro che ne hanno fatto parte sembrano essersi dimenticati”. E a Gianmoena ha fatto eco Max Bruschi, consigliere provinciale di Milano, che ha sottolineato come il meccanismo dei congressi già sia previsto dallo Statuto per eleggere i coordinatori cittadini e provinciali. “Non è necessario – ha affermato Bruschi – arrivare ad eleggere anche i coordinatori regionali, che devono rimanere di competenza del presidente Berlusconi, per evitare che si crei la spiacevole situazione di avere dei ‘signori delle tessere’ di vecchia memoria”. E così, su questo tema, il dibattito prosegue, e probabilmente anche i prossimi mesi vedranno vivaci discussioni sui modi con cui rilanciare Forza Italia, in vista delle prossime elezioni regionali e politiche. Intanto la festa azzurra di Sarzana continua, mentre si attende la chiusura di Simone Baldelli, coordinatore nazionale dei giovani azzurri.

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