martedì 17 febbraio 2004

INTERVENTO IN RISPOSTA ALLA MOZIONE PRESENTATA DAI GRUPPI CONSILIARI DI MAGGIORANZA (“DS”, “LA MARGHERITA”, “INSIEME PROTAGONISTI”) AD OGGETTO: IL TEMPO PIENO E PROLUNGATO NEL QUADRO DELLA RIFORMA SCOLASTICA PROPOSTA DALL’ATTUALE GOVERNO / MOZIONE PRESENTATA DAI GRUPPI CONSILIARI “RIFONDZIONE COMUNISTA” E “CITTA’ PARTECIPATA” AD OGGETTO “RIFORMA DELLA SCUOLA”



Consigliere BORDERO Gianteo (Forza Italia) - Noto con dispiacere che ancora una volta la mozione e l’ordine del giorno, così come sono stati presentati dal capogruppo dei DS, non vanno a toccare i reali problemi di cui stiamo trattando: mi sorprende che il Consigliere Pedroni non sia stato in grado, o non abbia voluto - o forse perché non vi era la materia per farlo - citare espressamente gli articoli del decreto attuativo della riforma Moratti, la cui prima parte è stata approvata la scorsa settimana. Mi pare invece che il Consigliere Pedroni abbia, per tre quarti del suo intervento, espresso quelle che sono delle preoccupazioni infondate. Si accusa il governo Berlusconi (e nello specifico il Ministro Letizia Moratti che è stata il promotore di questa riforma) di volere tagliare l’orario scolastico, di volere abolire il tempo pieno, di volere effettuare dei tagli selvaggi all’organico. Tutto questo allarmismo ha portato - come tutti abbiamo avuto occasione di leggere sui giornali - a delle manifestazioni (come la manifestazione a Roma), così come alle occupazioni che si stanno verificando anche in alcuni istituti della nostra Liguria.



Vi chiedo se per voi è un fatto normale, per esempio, portare in piazza e ad occupare le scuole dei bambini, dei ragazzi di 8-10 anni, mettendo loro in bocca degli slogan - offensivi peraltro, puramente offensivi - nei confronti del Ministro, nei confronti del governo, nei confronti delle istituzioni. Vorrei sapere se il Consigliere Pedroni ritiene che questa sia educazione. Visto che egli ha citato la parola “educazione” nel suo intervento vorrei sapere se il portare a occupare delle scuole, a gridare slogan puramente propagandistici dei bambini di 6, 8 e 10 anni rientri nel concetto di buona educazione del Consigliere Pedroni e dei membri della maggioranza.



La verità, visto che il Consigliere Pedroni non è stato in grado di citare alcun articolo concreto del decreto ministeriale… ….(vive proteste del Consigliere Pedroni)…Sì, sì, sì, ma qui stiamo discutendo di un decreto attuativo, di una riforma, non di un parere espresso da altri organismi……Scusi…vorrei continuare! Passiamo alle accuse rivolte contro la riforma. Per esempio, leggo un volantino, distribuito qualche mese fa dal “Comitato per la Difesa del Tempo Pieno e Prolungato” (che ha organizzato una manifestazione - nel caso specifico, che ho trovato su Internet, a Recanati) in cui si sostiene che “l’abolizione del tempo pieno e prolungato comporterà…”. Già la premessa da cui si parte, da cui queste manifestazioni di protesta partono, è sbagliata, come andrò poi a mostrare. Proseguo la lettura del volantino: “1) comporterà un danno educativo per tutti gli alunni che dovranno rinunciare ad un modello didattico di avanguardia e che fornisce ottimi risultati da oltre 20 anni; 2) un disagio sociale per i genitori che dovranno organizzare autonomamente l’attività didattica pomeridiana dei propri figli; 3) un possibile aggravio di costi per gli enti locali e le famiglie”.. Soprattutto nel secondo punto mi pare che emerga la mentalità che sta sotto anche a questa mozione e che invece, per contrasto, sottende il motivo per cui noi siamo totalmente favorevoli alla riforma del Ministro Moratti: il criterio fondamentale che la riforma segue è quello dell’introduzione di una maggiore possibilità e libertà di scelta per la famiglia.



In un documento distribuito dal Ministero si dice: “L’innovazione sostanziale introdotta dalla riforma Moratti è, da un lato, la libertà per le famiglie di scegliere fra i diversi progetti offerti dalla scuola e non come ora avviene, di doversi sottomettere in termini di progetto educativo alla volontà della maggioranza, dall’altro l’attuazione dell’autonomia didattica e organizzativa delle scuole”. Segue, nel medesimo documento, una nota - che mi sento di sottoscrivere in pieno - che dice: “la sinistra mente sapendo di mentire: rinnega l’autonomia organizzativa e didattica che proprio i loro governi nella scorsa legislatura hanno introdotto con la legge Bassanini del ’97 –Bassanini, come tutti sappiamo, non è un esponente di Forza Italia, bensì del partito che ha la maggioranza a Sestri Levante – e del regolamento del ‘99”.



Andiamo a leggere nello specifico il testo della riforma. Innanzitutto sarebbe opportuno che il Consigliere Pedroni distinguesse tra quella che viene chiamata la “scuola dell’infanzia” e quella che invece viene chiamata la “scuola primaria”, perché di fatto non sono la medesima cosa e sarebbe opportuno precisare - bisogna essere precisi, caro Consigliere Pedroni! Al capo 3 art. 5 si dice (il primo comma riguarda le finalità della scuola primaria), riguardo al problema del tempo e dell’orario scolastico: “Al fine di garantire l’esercizio del diritto-dovere di cui all’art. 4 - cioè l’articolazione del ciclo dei periodi – l’orario annuale delle lezioni nella scuola primaria, comprensivo della quota riservata alle regioni, alle istituzioni scolastiche autonome e all’insegnamento della religione cattolica in conformità alle norme concordatarie di cui all’art. 3 comma 1 e alle conseguenti intese, è di 891 ore, oltre a quanto previsto dal comma 2”. Comma 2: “Le istituzioni scolastiche, al fine di realizzare la personalizzazione del piano di studio organizzano, nell’ambito del piano dell’offerta formativa, tenendo conto delle prelevanti richieste delle famiglie, attività e insegnamenti coerenti col profilo educativo per ulteriori 99 ore annue la cui scelta è per gli allievi facoltativa ed opzionale, e la cui frequenza è gratuita”. E ancora: “Gli allievi sono tenuti alla frequenza delle attività facoltative per le quali le famiglie hanno esercitato l’opzione”.



Ditemi se questo vi sembra voler debellare, abbattere il servizio pubblico della scuola! E’ chiaro che abbiamo a che fare con un caso di evidente strumentalizzazione politica, un urlare ai venti per qualcosa che non c’è. La riforma Moratti invece va proprio nella direzione di quello che negava il Consigliere Pedroni, e cioè di una scuola al passo con i tempi; mi preme ribadire che l’idea fondamentale è quella che lo stesso Presidente Berlusconi portò avanti nella campagna elettorale del 2001: la battaglia per la libertà di scelta. Quando sento la sinistra gridare a questo presunto tentativo del governo di volere abolire il servizio pubblico della scuola, penso che questa sia una falsità, perché il decreto legge in questione non abolisce nulla, semplicemente introduce un criterio di libertà, cioè dice e ribadisce che “il primo soggetto depositario dell’educazione dei figli è la famiglia”. Questo criterio che viene introdotto va incontro ad una responsabilizzazione delle famiglie, non dice - come la sinistra vuole far credere – “Ah, se tutti i due genitori lavorano la scuola non garantirà più...ecc…” Non è vero, questo non è vero e lo sapete! La riforma invece introduce una libertà di scelta, combattendo l’idea che solo lo Stato sia il depositario dell’educazione.



Se oggi si parla tanto, per certi versi, di crisi della famiglia e di crisi dell’educazione, di questo certo non è responsabile quella cultura a cui ci sentiamo di appartenere. Vi ricordo - ma voi certamente conoscete la storia - che quando la scuola italiana nacque, quando si verificò l’unità d’Italia, esisteva già un sistema scolastico in tante zone dell’Italia, un sistema scolastico che era portato avanti da associazioni, ordini religiosi e istituzioni di vario tipo. Sappiamo tutti quello che si fece allora, quello che per esempio fece Cavour: l’incameramento dei beni delle scuole, la chiusura degli ordini che operavano nel sociale e nell’educazione, mantenendo soltanto gli ordini claustrali.



Concludo. Questa riforma – e vi pregherei, nelle vostre repliche, di essere altrettanto dettagliati e di non parlare sul nulla - è una vera buona riforma, che introduce più libertà, in linea con quanto dice la dottrina sociale della Chiesa: maggiore libertà per la famiglia, maggiore libertà per la persona, riconoscendo la famiglia e le libere associazioni di cittadini come i veri depositari dell’educazione dei giovani.



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(Dichiarazione di voto)



Consigliere BORDERO Gianteo Volevo esprimere il voto contrario del gruppo Forza Italia alla presente mozione, oltre che per i motivi esposti prima, anche perché alle critiche che avevamo mosso, sia io che il collega Consigliere Stagni, non è stato risposto con la concretezza delle norme che il decreto introduce. Si è risposto soltanto ripetendo delle preoccupazioni che, come già sottolineato prima leggendo il testo del decreto, si rivelano infondate nei fatti.



Volevo aggiungere che è significativa la preoccupazione che il sindaco ha espresso nel suo intervento, riferendosi al “nuovo criterio” introdotto dalla riforma. E’ vero, infatti, che questa riforma introduce un altro criterio rispetto al passato: è il criterio della libertà. Usciamo da un sistema che avevamo ereditato da decenni; la vera grande riforma della scuola precedente a quella del governo Berlusconi risale ancora al periodo fascista e fu la riforma di Giovanni Gentile.

La realtà è che in questi lustri si era venuta a creare una situazione, nella scuola italiana, per cui il primato non era più quello della persona e della libertà di scelta delle famiglie. Il primato spettava all’organizzazione e alla gestione del personale, mettendo in secondo piano il processo educativo rivolto agli allievi. Posso intuirlo, ma non capisco perché si abbia così paura della libertà, soprattutto della libertà di non subire un indottrinamento a senso unilaterale. È, questa della libertà, la direzione che il governo prende, perché la famiglia, essendo il primo depositario dell’educazione dei figli, ha il diritto naturale di educarli secondo l’impostazione culturale e religiosa che essa ritiene migliore: tante volte la scuola pubblica non si è rivelata in grado di garantire questa libertà d’educazione ed i casi che lo dimostrano, soprattutto quelli riguardanti le deformazioni nell’insegnamento della storia, sarebbero innumerevoli e non posso elencarli per motivi di tipo.



Concludo rivolgendomi al sindaco, facendo un appello al sindaco per l’ennesima richiesta di concretezza: mi sembra che definire come “devastanti” delle cose che sulla carta non ci sono e i cui effetti dobbiamo ancora vedere è quanto meno prematuro e parziale. Per il resto è tutta una favola quella dei tagli alla scuola pubblica che il governo Berlusconi starebbe facendo: andatevi a vedere quello che è stato realizzato, i finanziamenti che sono stati dati alle scuole e la programmazione di 67.000 nuove immissioni in ruolo. Parlare di tagli al personale, alle spese, alla scuola pubblica e della cancellazione del servizio pubblico, è semplicemente una menzogna. Ma con la menzogna non si vincono le elezioni: le elezioni si vincono quando si è in grado di proporre agli italiani un vero programma di libertà.



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