recensione di Gianteo Bordero - 7 maggio 2005
Leggere l'autobiografia di Joseph Ratzinger aiuta a fare piazza pulita di tutte le etichette che, in questi anni e dopo l'elezione al soglio pontificio, sono state appiccicate addosso al già custode della Dottrina della Fede. Chi si aspettasse di trovare nel libro la storia e il ritratto di un Ratzinger rigido «tradizionalista» e «conservatore», resterà inevitabilmente deluso. Sin dalle prime pagine, infatti, e per tutto lo svolgimento cronologico del testo, egli si sforza di descrivere per cenni - tanto brevi quanto significativi - il clima spirituale in cui si svolse la sua giovinezza e maturò la sua vocazione. Una vocazione - certo - al sacerdozio, ma anche, in maniera accentuata, una sorta di vocazione alla teologia, che sembra fare da fil rouge di tutto il racconto autobiografico...CONTINUA...
Leggere l'autobiografia di Joseph Ratzinger aiuta a fare piazza pulita di tutte le etichette che, in questi anni e dopo l'elezione al soglio pontificio, sono state appiccicate addosso al già custode della Dottrina della Fede. Chi si aspettasse di trovare nel libro la storia e il ritratto di un Ratzinger rigido «tradizionalista» e «conservatore», resterà inevitabilmente deluso. Sin dalle prime pagine, infatti, e per tutto lo svolgimento cronologico del testo, egli si sforza di descrivere per cenni - tanto brevi quanto significativi - il clima spirituale in cui si svolse la sua giovinezza e maturò la sua vocazione. Una vocazione - certo - al sacerdozio, ma anche, in maniera accentuata, una sorta di vocazione alla teologia, che sembra fare da fil rouge di tutto il racconto autobiografico...CONTINUA...
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