di Gianteo Bordero - 15 aprile 2005
«Seguimi». E' questa parola, detta da Gesù risorto a Pietro e riportata dall'evangelista Giovanni, il refrain che ha segnato tutta l'omelia con cui il cardinale Ratzinger ha accompagnato l'ultimo saluto a Giovanni Paolo II, lo scorso venerdì. Il porporato tedesco e decano del collegio cardinalizio ha riletto così per immagini e capitoli, alla luce di quel «seguimi», tutta l'esistenza dell'uomo Karol Wojtyla e del Papa Giovanni Paolo II. Quel «seguimi» che esprime tutta la profondità, l'umanità e la radicalità del richiamo di Cristo nella vita degli uomini, l'invito a donare la propria esistenza per il «gregge», per l'opera di Dio in mezzo alle vicende del mondo. La particolarità e l'originalità della vocazione e della missione affidata all'apostolo Pietro, così, rappresenta in modo eminente e paradigmatico l'impatto della figura dell'uomo-Dio nell'esperienza storica degli uomini...CONTINUA...
«Seguimi». E' questa parola, detta da Gesù risorto a Pietro e riportata dall'evangelista Giovanni, il refrain che ha segnato tutta l'omelia con cui il cardinale Ratzinger ha accompagnato l'ultimo saluto a Giovanni Paolo II, lo scorso venerdì. Il porporato tedesco e decano del collegio cardinalizio ha riletto così per immagini e capitoli, alla luce di quel «seguimi», tutta l'esistenza dell'uomo Karol Wojtyla e del Papa Giovanni Paolo II. Quel «seguimi» che esprime tutta la profondità, l'umanità e la radicalità del richiamo di Cristo nella vita degli uomini, l'invito a donare la propria esistenza per il «gregge», per l'opera di Dio in mezzo alle vicende del mondo. La particolarità e l'originalità della vocazione e della missione affidata all'apostolo Pietro, così, rappresenta in modo eminente e paradigmatico l'impatto della figura dell'uomo-Dio nell'esperienza storica degli uomini...CONTINUA...
Testi:
Il testamento di Giovanni Paolo II
L'omelia del cardinale Ratzinger ai funerali di Giovanni Paolo II
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