martedì 5 ottobre 2004

I soldi del consiglio comunale all'Anpi
di Gianteo Bordero - "Il Giornale - ed. Liguria" del 5 ottobre 2004
Caro Direttore,

i comunisti non deludono mai! Durante l’ultimo Consiglio Comunale a Sestri Levante, ad esempio, hanno pensato bene di occupare la serata prendendo di mira il governo Berlusconi per il fatto di non aver ancora finanziato le manifestazioni speciali che l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) sta organizzando per i 60 della Resistenza. L’occasione era ghiotta: attaccarsi al mancato esborso di pubblico denaro per manifestare tutto il proprio odio nei confronti di colui che lorsignori ritengono essere il “male assoluto”: ovviamente, Berlusconi. Ne abbiamo sentito di tutti i colori: una “summa” di luoghi comuni triti e ritriti, di letture storiche strabiche, di presunti complotti per instaurare in Italia un regime dittatoriale; complotti messi in piedi dal “pericoloso” Cavaliere che siede a Palazzo Chigi. Per un Consigliere della sinistra DS, ad esempio, il valore della “loro” Resistenza è più attuale che mai. "Resistere, resistere, resistere!" ha tuonato, riprendendo il motto del procuratore milanese Borrelli, l’accaldato Consigliere; resistere – ha continuato - al tentativo eversivo di Berlusconi, ripreso pari pari – a suo dire - dal programma piduista di Licio Gelli. Per un altro comunista sestrese (ne siedono tanti, in Consiglio Comunale!), bisogna resistere anche contro la Moratti, che starebbe attuando una riforma “fascista” della scuola, stampando e facendo sorbire ai poveri bambini le “menzogne” più folli, come – ad esempio – che la liberazione dell’Italia fu opera soprattutto degli anglo-americani e non primariamente dei partigiani. "Basta col revisionismo" dunque, perché è proprio il revisionismo, secondo i rappresentanti della sinistra sestrese, l’inizio tacito del ritorno del nazi-fascismo nel nostro paese e della fine della democrazia…Vaglielo a spiegare che la democrazia in Italia è viva e vegeta, e che, se fosse stato per tanti loro “compagni”, subito dopo la seconda guerra mondiale avremmo avuto un altro regime totalitario da sobbarcarci. Vaglielo a spiegare che non era raro trovare partigiani “rossi” che intendevano la Resistenza non come una lotta di libertà ma come un primo passo per l’affermazione del comunismo in Italia. Venivano perfino dalla Russia staliniana a “indottrinarli” per bene – come mi raccontava un mio zio che militò nelle loro fila – e non certo per educarli agli ideali di libertà che si affermarono poi nel nostro paese grazie alla vittoria della DC di De Gasperi nel ’48.

Così, il dispositivo dell’ordine del giorno presentato dalla sinistra conteneva, oltre alle pesanti rimostranze nei confronti del governo, anche l’impegno per i consiglieri, su base volontaria, a devolvere all’ANPI il gettone di presenza della seduta. Durante la discussione, nel mio intervento, con toni pacati mi sono limitato a ricordare ai “compagni” alcune cose che, penso volutamente, loro omettono di dire. Ad esempio che anche molti storici di sinistra, documenti alla mano, riconoscono le violenze, gli eccessi, le vendette private messe in atto da alcuni sedicenti “resistenti”. Ho parlato del “triangolo rosso”, dei preti e dei civili oggetto di soprusi, del “Sangue dei vinti” di Pansa e della “Resistenza cancellata” di Finetti – due autori non certamente “di destra”. Ho detto, in sostanza, che quello che viene chiamato impropriamente “revisionismo” è in realtà il tentativo – semplice ma difficile – di stabilire la verità, di far emergere dal buio di cinquant’anni di storiografia a senso unico come le cose andarono veramente, di là da ogni distorsione. Ho detto che si può essere convintamente anti-fascisti e, allo stesso tempo, convintamene anti-comunisti; che, se si ama la libertà, bisogna saper riconoscere i pericoli totalitari insiti nelle ideologie, siano esse di destra o di sinistra. Per tutta risposta, mi sono sentito dire che è puro vaneggiamento mettere il comunismo sullo stesso piano del fascismo e del nazismo, e addirittura – da un consigliere diessino – che con ragionamenti come i miei si capisce perché in Germania stanno riprendendo piede i neonazisti.

A me, che ho avuto un nonno che perdette il lavoro per non aver voluto prendere la tessera del Partito Nazionale Fascista e una nonna che, assieme ad altre donne di Riva Trigoso, impedì che i “lenin” (come lei chiamava i comunisti) occupassero con la violenza la chiesa parrocchiale, queste cose confermano che non c’è miglior investimento – anche politico – di quello sulla verità, sulla libertà e sul rispetto della persona. Concetti sconosciuti – come il recente episodio descritto dimostra – a chi ha fatto della menzogna, dell’arroganza e del cinismo il credo e la prassi politica per eccellenza.




Gianteo Bordero

Vice-presidente del Consiglio Comunale di Sestri Levante

Consigliere Comunale di Forza Italia, Sestri Levante

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