mercoledì 17 marzo 2004

INTERVENTO IN RISPOSTA AD UNA MOZIONE, PRESENTATA DAI GRUPPI "RIFONDAZIONE COMUNISTA" E "CITTA' PARTECIPATA", CHE CHIEDEVA ALLA GIUNTA COMUNALE DI ESPRIMERE AL GOVERNO LA PROPRIA CONTRARIETA' ALLA PERMANENZA DEL CONTINGENTE ITALIANO IN IRAQ A SEGUITO DELL'ATTENTATO DI NASSIRIYA



Consigliere BORDERO Gianteo (Forza Italia) - Io rimango sinceramente allibito e inquietato per quella che è la lettura che ci ha propinato il collega Consigliere Francesco Prete. Appena ho avuto occasione di leggere questa mozione (presentata, tra l’altro, il giorno stesso dell’attentato di Nassiriya), ho percepito subito come essa sia mossa, in fondo, da un inquietante cinismo politico. Parlo di cinismo perché, nel momento in cui (aldilà delle considerazioni sulla guerra, sul fatto cioè se la guerra in Iraq fosse legittima o meno) la barbarie del terrore colpiva i nostri soldati in Iraq, voi avete presentato questa mozione con chiari intenti ideologici di bassa lega. A tema quel giorno, dunque, non vi era la legittimità o meno dell’intervento anglo-americano, bensì la violenza del terrore che ha colpito un numero non irrilevante di giovani nostri compatrioti, che hanno trovato la morte in una maniera che - io spero - tutti noi, in questa sede, riteniamo barbara e atroce.



Mi sembra poi che questa mozione sia una speculazione delle più basse che ci possono essere, perché quei giovani (come tutti sappiamo, e come tante persone hanno testimoniato nei momenti successivi) non erano a fare la guerra: si trovavano in una missione di pace ed erano apprezzati dagli stessi abitanti di Nassiriya per la loro umanità, per la capacità di dialogo che avevano intessuto con la popolazione locale. Non solo: mentre altri contingenti facenti parte della coalizione che si occupa della ricostruzione in Iraq avevano scelto, a Nassiriya, di stabilire le loro sedi in luoghi estremamente protetti (penso, ad esempio, alle sedi delle forze americane e delle forze inglesi), proprio per questa stima che la popolazione sin dall’inizio ha manifestato nei confronti dei nostri soldati, il nostro contingente aveva deciso di stabilirsi nella città, nel pieno centro di Nassiriya.



Mi pare quindi che questa mozione rappresenti senz’altro un’inutile speculazione. Quella che il Consigliere Prete ci ha declamato questa sera è soltanto - e a tutti gli effetti - una bella favoletta ideologica, buona soltanto per riempire le piazze con bandiere che portano scritto “pace”. In realtà, quelle stesse bandiere sono state usate (e l’intervento del Consigliere Prete lo dimostra) per vomitare un odio ideologico, preconcetto e a priori nei confronti degli Stati Uniti d’America e delle forze che hanno partecipato alla missione in Iraq.



Sarebbe facile replicare, sarebbe facile anche elencare - e il Consigliere Prete di certo non l’ignora - i veri crimini contro l’umanità che sono in ballo in questa vicenda, i crimini che ha commesso Saddam Hussein - e non da pochi anni a questa parte: l’uso del gas nervino nei confronti degli iraniani durante la guerra tra Iran e Iraq, il sistematico sterminio nei confronti della popolazione curda. Chiedo al Consigliere Prete se questi, per lui, non sono crimini contro l’umanità, i veri crimini contro l’umanità. Sarebbe poi facile portare le testimonianze, ad esempio, della comunità cristiana irachena (che per altro, grazie alla presenza nel governo iracheno di Tarek Aziz - che non è musulmano ma è un cristiano caldeo – non fu perseguitata negli anni del regime di Saddam). Per bocca di alcuni significativi esponenti, i cristiani d’Iraq hanno sottolineato che, dopo l’intervento anglo-americano, sia la loro comunità, sia l’intera popolazione vivono meglio.



Vede, Consigliere Prete, anche considerando tutte le obiezioni possibili al riguardo, io non riesco (al contrario di lei), né a dire né a pensare che, in questa storia, gli Stati Uniti rappresentino il male assoluto, e che essi si trovino dalla parte del torto, o che siano invasori illegittimi di quello che il Consigliere Borsa ha definito “uno Stato sovrano”. Non esistono gli elementi oggettivi per sostenere, come state facendo voi, che gli Stati Uniti d’America siano il “male assoluto del mondo”.



La questione che voi ci proponete questa sera coinvolge e deve coinvolgere anche i nostri sentimenti. Prima il Consigliere Di Lorenzo parlava di quello che può voler dire vedere morire tragicamente un proprio collega di lavoro. Allo stesso modo io dico quello che ha voluto dire per me vedere i giovani soldati di Nassiriya (molti, peraltro, miei coetanei) morire in quel modo. Non vi è e non vi può essere alcuna giustificazione, nessuna attenuante politica a quello che è accaduto a Nassiriya. Usare i possibili errori di politica estera degli Stati Uniti come giustificazioni di quanto accaduto a Nassiriya (come stanno facendo i colleghi di “Città partecipata” e “Rifondazione Comunista”) vuol dire soltanto, a conti fatti, stare dalla parte di Saddam Hussein; ha voluto dire e vuol dire non comprendere che quello per cui hanno pagato i soldati italiani è una causa di pace, di giustizia, di libertà.



Io penso e mi auguro che il sacrificio dei giovani di Nassiriya possa servire, nel mondo, a proseguire, con sempre maggiore fermezza, la lotta alla barbarie del terrorismo suicida che vuol colpire al cuore i cardini della nostra civiltà. E’ una lotta dura, dalla quale (come ha detto il cardinal Ruini) non possiamo esimerci. Non possiamo esimerci dal combattere per una causa che, come ci auguriamo, porterà nel mondo più libertà, più pace e più democrazia.



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