Vi racconto i comunisti liguri
Gianteo Bordero - pubblicato sull'edizione ligure de "Il Giornale" il 1 maggio 2004
Caro "Giornale",
quando lo scorso giugno sono stato eletto nel Consiglio Comunale di Sestri Levante, sono entrato di colpo in un mondo che credevo - forse un po' ingenuamente - avesse a cuore, nella politica amministrativa, quello che allora (ed ora) ho a cuore anch'io: il bene della città in cui si vive. Non sono certo io il primo a scoprire il patrimonio di storia, natura e cultura che Sestri Levante è e porta con sé. Dalla baia del Silenzio sino a Punta Manara e Punta Baffe, il centro storico, e poi la torre in cui Guglielmo Marconi fece i suoi primi esperimenti di trasmissioni radio, la suggestiva chiesa medievale di San Nicolò, la Galleria Rizzi, la basilica di Santa Maria di Nazareth...Sestri Levante è una città che si fa amare.
Eppure, Sestri Levante non merita gli amministratori che ha. Mi sono trovato, assieme all'amico capogruppo Graziano Stagni, a rappresentare Forza Italia in un Consiglio Comunale che vede, su un totale di 21 componenti, 9 DS, 3 della Margherita, 2 fuoriusciti a sinistra dal Correntone, 1 di Rifondazione Comunista. Ora, dopo dieci mesi, posso riconoscere anche per esperienza diretta quanto sia vero quello che ha detto il presidente Berlusconi durante il decennale di Forza Italia, quando ha parlato dei "comunisti senza comunismo". Se il comunismo è stato sconfitto dagli eventi come ideologia e come dottrina sull'uomo e sulla realtà, esso sussiste ancora come modo di concepire e di esercitare il potere. E' la gestione del potere come fine a se stessa e con nessun altro obiettivo che il mantenimento di esso a tutti i costi, fino ad arrivare al disprezzo e all'insulto per l'avversario politico.
Così, durante l'ultima seduta di Consiglio Comunale in cui si discuteva il bilancio di previsione 2004, al termine di un mio intervento, sono stato letteralmente insultato da un assessore della giunta DS-Margherita. Stavo facendo la mia dichiarazione di voto sull'ordine del giorno presentato dalla maggioranza: un ordine del giorno che altro non era se non un violento attacco politico a Berlusconi per la riduzione dei trasferimenti dallo Stato agli enti locali, coi soliti luoghi comuni sulla “destra che fa strage dei diritti sociali", che "pensa solo a se stessa", che "affama i poveri" e via dicendo...Salvo poi scoprire che il bilancio della giunta di sinistra-centro prevede un aumento generalizzato di imposte, tasse, tariffe e servizi che supera di ben tre volte il mancato trasferimento di denaro da parte del Governo. Così, mentre terminavo la mia "arringa" politica contro questa sinistra cinica e menzognera, un assessore diessino mi ha apostrofato con un insulto. A questo punto ho chiesto al presidente del Consiglio Comunale, anch'egli diessino, la parola per fatto personale. Ho preferito non rispondere a tono all'assessore; ho semplicemente chiesto le sue scuse formali davanti all'assemblea. Scuse che non sono arrivate, anzi! Per l'assessore ero io che dovevo chiedere scusa a lor signori per i giudizi politici che avevo espresso. Ho ripreso la parola e ho avanzato la stessa richiesta al presidente, al sindaco e ai membri della maggioranza, ottenendo però solo un inquietante silenzio. Nessuno della giunta e della maggioranza di sinistra, neanche dopo il termine della seduta, mi ha avvicinato per prendere le distanze dall'assessore. Al contrario, il giorno dopo ho sentito alle televisioni locali un membro dei DS che stigmatizzava non l'atteggiamento del suo assessore, bensì le mie idee.
Questo è solo l'ultimo, in ordine di tempo, di tanti episodi che potrei raccontare, e che testimoniano di come l'unica cosa che questi rappresentanti della sinistra sanno fare è odiare e disprezzare chi non la pensa come loro. Hanno già, nei precedenti nove anni, portato avanti progetti che vanno contro l'interesse obiettivo di sviluppo e benessere di Sestri Levante. Ora dicono che vogliono puntare sul turismo di qualità: basta prendere in mano il bilancio per vedere che gli investimenti in questo settore ammontano a euro zero. Continuano ad amministrare la città non amandola, ma utilizzandola cinicamente come spazio del mantenimento di un potere che, come il caso che Le ho raccontato dimostra, non guarda in faccia a niente e a nessuno pur di continuare a sussistere.
Dopo un anno mi è più chiara la battaglia di libertà che, in vari ambiti, siamo chiamati a combattere. Perché è proprio la cultura e l'amore della libertà - che manca alla sinistra e ai suoi rappresentanti - che rende lieti, propositivi e positivamente risoluti anche in mezzo agli insulti e alle tempeste politiche.
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